lunedì 5 settembre 2011

Libia: saltate le trattative,si spara a Bani Walid. Al-Saadi Gheddafi: "Tutta colpa di mio fratello Saif"

WASHINGTON - Al-Saadi, terzogenito di Muammar Gheddafi, se l'e' presa con il fratello maggiore Saif al-Islam, addebitandogli per i suoi toni "aggressivi" la responsabilita' del fallimento dei colloqui con i ribelli sulla sorte degli ultimi bastioni lealisti in Libia, tra cui Sirte e Bani Walid, nei cui pressi si troverebbe egli stesso. Alla 'Cnn' Saadi, che tento' senza fortuna la carriera di calciatore in serie A, ha affermato di non vedere padre e fratello da circa due mesi . Il crepitare delle mitragliatrici e' risuonato nella periferia di Bani Walid, ancora controllata dai lealisti di Muammar Gheddafi, dopo il fallimento delle trattative con il Cnt per la resa della citta'. Lo riferisce la rete al Arabiya. I ribelli sarebbero a 15 chilometri da Bani Walid  e starebbero per  lanciare l’attacco, dopo il fallimento dei negoziati.
Il capo negoziatore per il Consiglio nazionale di transizione aveva detto in precedenza che le trattative erano terminate. "Come capo negoziatore, non ho nulla da offrire al momento. Da parte mia, i negoziati sono finiti " ha detto  Abdallah Kanshil ai giornalisti nella sede di colloqui con gli anziani delle tribù .
"Lascio il comandante militare per risolvere il problema", ha detto Kenshil.
Il portavoce dei ribelli aveva anche detto che i colloqui con il portavoce di Gheddafi, Ibrahim Moussa aveva anche rotto le trattative sulla resa complessiva dei lealisti. Ibrahim aveva insistito che ci sono leader tribali  ancora fedeli al leader caduto.
"Bani Walid è una grande città ospita una delle più grandi tribù in Libia che hanno dichiarato la loro fedeltà al leader e hanno rifiutato tutti gli approcci per i negoziati con il Consiglio di transizione", ha detto Ibrahim  in un'intervista telefonica. Ha aggiunto che Gheddafi è "in un luogo sicuro circondato da molte persone che sono disposte a proteggerlo.
Un inviato delle Nazioni Unite in visita a Tripoli ha espresso ieri timori per la sicurezza in Libia. Ian Martin, che deve compilare un rapporto per il segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon sulla ricostruzione del paese dopo la guerra civile, ha dichiarato la sua preoccupazione principale era la proliferazione delle armi in Libia da quando l'agitazione è iniziata a metà febbraio e ha avvertito i nuovi governanti sulla necessità di istituire una forza di polizia ed un esercito proprio per sostituire le centinaia di gruppi armati che pattugliano le strade.
"E 'una preoccupazione per i vicini della Libia, del tutto naturale. L'Unione europea stava lavorando su questioni di sicurezza dei confini qui in passato e penso che abbia chiarito che è disposta ad aiutare la Libia in futuro, se richiesta di farlo. "

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