lunedì 19 maggio 2014

Fuga dalla Libia, anche l’ambasciata saudita chiude. 5 morti negli scontri

TRIPOLI - Brucia un condominio colpito dai missili
TRIPOLI - Miliziani pattugliano la città
TRIPOLI - L'Arabia Saudita ha chiuso la sua ambasciata a Tripoli  oggi per problemi di "sicurezza" in Libia, ha detto il suo ambasciatore. "Tutto il personale diplomatico ha lasciato a causa della situazione", ha detto Mohammed Mahmoud al-Ali in un comunicato.
L’ Algeria aveva chiuso la sua ambasciata e il  consolato a Tripoli venerdì, dicendo che i suoi diplomatici hanno affrontato una "minaccia reale e imminente".
In precedenza, sempre oggi, il capo dell'esercito della Libia aveva ordinato il dispiegamento di milizie islamiste nella capitale. La mossa è arrivata dopo che un ex generale dell'esercito ha inviato la sua forza paramilitare a Tripoli domenica per attaccare il palazzo del parlamento. Khalifa Haftar, che era stato capo dell'esercito di Gheddafi e ha preso la carica delle forze ribelli durante la rivolta del 2011, ora è a capo di un gruppo chiamato "Libyan National Army". Un portavoce del gruppo ha detto di aver lanciato l'assalto al parlamento per liberare la Libia dai politici islamici, che hanno permesso agli estremisti di prendere il controllo del paese.
E' di cinque morti e 73 feriti il bilancio degli ultimi scontri. Lo ha reso noto nella notte il ministro della Giustizia, Salah al-Marghani. A sferrare l'assalto sarebbero state due potenti milizie di Zintan, Al Qaaqaa e Sawaaq, schieratesi con l'ex generale che l'attuale governo filo-islamico considera un golpista. Nella notte a Tripoli c'e' stato anche il lancio di quattro razzi contro la tv privata Libya International che poco prima aveva trasmesso un comunicato letto da un colonnello "a nome dell'esercito e dei rivoluzionari" in cui si proclamava la sospensione del Congresso nazionale. La sede dell'emittente e' stata danneggiata, ma non ci sono stati feriti. 
Intanto a Bengasi, nell'est, la situazione resta tesissima. Missili Grad sono stati lanciati nella notte sull'aeroporto Benina, chiuso da venerdi', e combattimenti tra i paramilitari di Hiftar e milizie islamiche sono scoppiati in altre due zone della citta'
Nel frattempo, la violenza ha avuto il suo pedaggio sui prezzi del petrolio con il Brent in aumento sopra 110 dollari al barile.

Un blocco di importanti giacimenti petroliferi occidentali della Libia di un mese avrebbe dovuto concludersi la scorsa settimana, dopo che il governo aveva detto di aver raggiunto un accordo con i ribelli che avevano preso il controllo degli oleodotti. Ma molti impianti restano chiuse e l'esportazione della Libia è scesa a circa 200.000 barili al giorno da 300.000 barili al giorno della scorsa settimana, molto al di sotto di 1,4 milioni di prodotti l'anno scorso.

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