ROMA - Comincia la giornata più lunga del governo Letta: il premier parla in Senato, rivolge un appello per la stabilità, rivendica i "3 miliardi di tasse in meno con questo governo, scatena le proteste del Pdl quando accenna alle "sentenze che vanno applicate". Alfano è al suo fianco. Letta dice che in queste ore l'Italia "corre un rischio fatale. Il tempo dell'attesa è finito. In caso di crisi di governo, il Paese potrebbe di nuovo scivolare verso l'ingovernabilità. Con questo sistema elettorale è inutile andare al voto".
"Non vogliamo nuove tasse" e "vogliamo mettere il contenimento della spesa pubblica al centro" della Legge di stabilità per il 2014", ha detto Letta ricordando comunque che "non ci sono tagli di spesa facili".
“Basta con la politica di trincea. Confrontiamoci sulle cose da fare. Coraggio e fiducia è quello che torno a chiedervi, mi appello al Parlamento, dateci una fiducia che non è contro qualcuno, è per l’Italia e per tutti coloro che aspettano dalla politica comportamenti e parole su cui fondare la speranza per i nostri figli”.
Berlusconi: "Sentiamo Letta e poi decidiamo" - "Vediamo che succede... Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo", aveva detto Silvio Berlusconi arrivando alle 10 a Palazzo Madama, apparentemente riaprendo i giochi. Formigoni: voterò la fiducia. E Berlusconi ha riunito subito dopo il discorso di Letta i senatori del suo partito.
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