lunedì 28 ottobre 2013

Pdl, Alfano frena sulla scissione. Grillo, a sorpresa, arriva in Senato e attacca Napolitano: "Chiederemo l'impeachment"

ROMA - Per il futuro del Pdl non è in discussione né la leadership, né il nome del movimento e non esiste neppure un documento dei cosiddetti "innovatori". Lo chiarisce Angelino Alfano che spiega che "il dubbio non è la leadership di Silvio Berlusconi e neanche il nome di Forza Italia: ci sono altre questioni su cui crediamo si debba discutere al Consiglio nazionale e noi queste questioni le porteremo all'attenzione".
n particolare, precisa il vicepremier, "le porteremo all'attenzione dell'opinione pubblica e del nostro movimento politico nei prossimi giorni".
"Non è partita una raccolta di firme in vista del consiglio nazionale - aggiunge - ma so bene quale sarebbe la prima frase di qualsiasi documento dovessi trovarmi a sottoscrivere e cioè il riconoscimento della leadership di Silvio Berlusconi".

Nodo decadenza - Il ministro dell'Interno si sofferma poi sulla questione della decadenza di Silvio Berlusconi dicendo che "noi abbiamo sempre la speranza che il Pd abbia una posizione che rispetti il principio di non retroattività delle norme penali e, comunque, delle normi afflittive".


Grillo in Senato - Il leader del Movimento Cinque Stelle, Beppe Grillo, è arrivato a sorpresa al Senato dove incontrerà i suoi parlamentari. Entrando a Palazzo Madama, il comico ha lanciato l'ennesimo attacco al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "E' un anziano signore con cui abbiamo seri problemi", ha detto Grillo. Chiederemo l'impeachment per Napolitano perché non rappresenta più il popolo italiano, è di parte. Su questo decido io". A chi gli chiede se sulla messa in stato di accusa del presidente decideranno i vertici del movimento o l'assemblea dei parlamentari M5S, Grillo ribadisce secco: "No, su questa cosa no. Decido io".
 Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, insiste Grillo, "non rappresenta più la totalità degli italiani, ma è un presidente di settore". E non andare al Colle, dove il M5S era stato invitato per un confronto sulla legge elettorale, "non voglio si prenda come uno sgarbo, è solo una cosa inutile: andare lì con dei giochi già fatti".

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