domenica 30 dicembre 2012

E’ morta Rita Levi Montalcini

Rita Levi Montalcini

ROMA - E' morta la senatrice a vita Rita Levi Montalcini. Il premio Nobel per la medicina, morta nella sua abitazione a Roma, aveva 103 anni. La notizia del decesso è stata verificata anche dalla Questura di Roma. La senatrice a vita è morta intorno alle 14 nella sua casa in via di Villa Massimo, in una zona residenziale di Roma a due passi da Villa Torlonia. La scienziata era con alcune persone care che, accortesi del peggioramento delle sue condizioni di salute, in un primo momento - come è stato riferito da loro stessi - hanno chiamato un'ambulanza per portarla alla vicina clinica Villa Margherita. Ma il quadro clinico è andato rapidamente peggiorando e il premio Nobel si è spenta nella sua abitazione.
 Il primo agosto del 2001 era stata nominata senatrice a vita per gli altissimi meriti nel campo scientifico e sociale.
Negli anni cinquanta le sue ricerche la portarono all'identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa (o NGF), scoperta che le è valso nel 1986 il premio Nobel per la medicina. La scienziata è stata la prima donna ad essere ammessa alla Accademia Pontificia delle Scienze.
Dolore e cordoglio è stato espresso dal presidente del Consiglio Mario Monti. ''Voglio ricordare -ha sottolineato il premier- la ricercatrice che con il Premio Nobel del 1986 ha dato lustro al nostro Paese e alla ricerca scientifica. Ma soprattutto voglio ricordare l'esempio di una donna carismatica e tenace, che ha dato battaglia per tutta la vita per difendere i valori in cui credeva''.
Monti ha rievocato gli anni all'estero della senatrice, l'impegno di medico a fianco dei militari e l'attivita' della Fondazione da lei creata per dare ai giovani, soprattutto di sesso femminile, l'opportunita' di formarsi e dare vita a una classe di donne in grado di svolgere un ruolo centrale nella vita scientifica e sociale del proprio Paese. ''L'umanita' e' fatta di uomini e donne e deve essere rappresentata da entrambi i sessi'': riportando alla memoria le parole celebri di Rita Levi Montalcini, il presidente del Consiglio ha auspicato che l'esempio di questa donna coraggiosa resti vivo nella memoria di tutti gli italiani.
"L'Italia perde un grande scienziato e una grande donna. La sua figura e il suo insegnamento rimarranno motivo d'orgoglio per il nostro Paese". Così Renato Schifani, presidente del Senato, commenta la scomparsa di Rita Levi Montalcini. "A nome mio personale e dell'Assemblea di Palazzo Madama esprimo - scrive Schifani in un messaggio - i sentimenti del più profondo cordoglio per la scomparsa della Senatrice Rita Levi-Montalcini. Nella sua lunga esistenza, dedicata sino alla fine, con straordinaria lucidità e immutata passione agli studi scientifici, ha illustrato il nostro Paese come pochi altri nel secolo passato". 
"Ho appreso con profonda tristezza la notizia della scomparsa della senatrice Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, una donna che ha onorato il nome dell'Italia sulla scena internazionale. La sua lunga e prestigiosa carriera di scienziata è stata caratterizzata dalla costante attenzione alle giovani generazioni alla cui formazione ha dedicato particolare impegno, nella consapevolezza che la trasmissione della conoscenza costituisce un presupposto fondamentale del progresso umano".
"La scomparsa di Rita Levi Montalcini è un gravissimo lutto, non solo per la città di Roma e per l'Italia ma per tutta l'umanità. Una persona che ha rappresentato la coscienza civile, la cultura e lo spirito di ricerca del nostro tempo e che ha saputo mettere insieme il rigore scientifico col massimo livello di umanità. Tutta Roma è addolorata per questa tristissima notizia". Lo ha dichiarato il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno.
Per Walter Veltroni "se ne va una personalità straordinaria, una donna che nella sua lunghissima spvendida vita ha mostrato impegno, forza, ingegno straordinari".
Cordoglio anche del leader del Pdl Silvio Berlusconi, che "si unisce a tutti gli italiani che in questo momento rendono il doveroso omaggio a Rita Levi Montalcini. Una scienziata di grande valore, una donna che ha onorato l'Italia''.
Si dice "commosso"' il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: "Donna di grandissimo livello intellettuale e morale, ha dedicato la sua vita alla ricerca scientifica ed ha rappresentato con limpida coscienza civile le Istituzioni''.

Una vita intensissima

Il premio Nobel era nata a Torino il 22 aprile 1909. Dopo aver studiato medicina all'università di Torino, all'età di 20 anni entra nella scuola medica dell'istologo Giuseppe Levi e inizia gli studi sul sistema nervoso che prosegue per tutta la sua vita, salvo alcune brevi interruzioni nel periodo della Seconda guerra mondiale. Si laurea nel 1936. Nel 1938, in quanto ebrea sefardita, fu costretta dalle leggi razziali del regime fascista a emigrare in Belgio con Levi, dove continua le sue ricerche in un laboratorio casalingo.

I suoi primi studi (degli anni 1938-1944) furono dedicati ai meccanismi di formazione del sistema nervoso dei vertebrati. Nel 1947 accetta l'invito a proseguire le sue ricerche al dipartimento di Zoologia della Washington University (nello stato Usa del Missouri), dove rimane fino al 1977. Nel 1951-1952 scopre il fattore di crescita nervoso noto come Ngf (Nerve Growth Factor), che gioca un ruolo essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose sensoriali e simpatiche. Per circa 30 anni prosegue le ricerche su questa molecola proteica e sul suo meccanismo d'azione, per le quali nel 1986 viene insignita del Premio Nobel per la medicina insieme allo statunitense Stanley Cohen. Nella motivazione del riconoscimento si legge: "La scoperta del Ngf all'inizio degli anni '50 è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In precedenza, i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione degli organi e tessuti dell'organismo".
Dal 1961 al 1969 dirige il Centro di ricerche di Neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche(Cnr) di Roma in collaborazione con l'Istituto di Biologia della Washington University, e dal 1969 al 1979 il laboratorio di Biologia cellulare. Dopo essersi ritirata da questo incarico "per raggiunti limiti d'età" continua le sue ricerche come ricercatore e guest professor dal 1979 al 1989, e dal 1989 al 1995 lavora presso l'Istituto di neurobiologia del Cnr con la qualifica di superesperto. Le sue indagini si concentrano sullo spettro di azione del Ngf, utilizzando tecniche sempre pi sofisticate. Studi recenti hanno infatti dimostrato che esso ha un'attività ben più ampia di quanto si pensasse: non si limita ai neuroni sensori e simpatici, ma si estende anche alle cellule del sistema nervoso centrale, del sistema immunitario ematopoietico e alle cellule coinvolte nelle funzioni neuroendocrine. E forse il segreto della lucidita' e vitalita' fino all'ultimo giorno della sua scopritrice si celava proprio nel Ngf: la scienziata lo assunse tutti i giorni in forma di gocce oculari per problemi alla vista.
Dal 1993 al 1998 presiede l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. E' membro delle più prestigiose accademie scientifiche internazionali, quali l'Accademia Nazionale dei Lincei, l'Accademia Pontificia, l'Accademia nazionale delle scienze detta dei XL, la National Academy of Sciences statunitense e la Royal Society. Viene nominata senatore a vita dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 1 agosto del 2001. Riceve numerosi altri riconoscimenti: fra l'altro tre lauree ad honorem delle Università di Uppsala (Svezia), Weizmann-Rehovot (Israele) e St. Mary (Usa). Ha vinto inoltre il Premio internazionale Saint-Vincent, il Feltrinelli, e il premio "Albert Lasker" per la ricerca medica. E' stata sempre molto attiva in campagne di interesse sociale, per esempio contro le mine anti-uomo o per la responsabilita' degli scienziati nei confronti della societa'.
Nel 1992 ha istituito, assieme alla sorella gemella Paola, la Fondazione Levi Montalcini, in memoria del padre, rivolta alla formazione e all'educazione dei giovani, nonché al conferimento di borse di studio a giovani studentesse africane a livello universitario, con l'obiettivo di creare una classe di giovani donne che svolgano un ruolo di leadership nella vita scientifica e sociale del loro paese.
Sempre a favore dei giovani scienziati, nel marzo 2012 rivolge un appello al Governo Monti insieme al senatore Ignazio Marino (Pd), "affinché non cancelli il futuro di tanti giovani ricercatori, che coltivano la speranza di poter fare ricerca in Italia. Il decreto legge su semplificazioni cancella i principi di trasparenza e merito alla base delle norme che dal 2006 hanno consentito di finanziare i progetti di ricerca dei giovani scienziati under 40 attraverso il meccanismo della peer review, la valutazione tra pari".
Rita Levi Montalcini è stata particolarmente sensibile anche nei confronti dei temi della difesa dell'ambiente e dello sviluppo sostenibile. Nel 1998 fonda la sezione italiana di Green Cross International, organizzazione non governativa riconosciuta dalle Nazioni Unite e presieduta da Mikhail Gorbaciov, di cui è consigliere. Significativo l'impegno sulla prevenzione e sulle conseguenze ambientali e sociali delle guerre e dei conflitti legati allo sfruttamento delle risorse naturali, con particolare riferimento alla protezione e all'accesso alle risorse idriche. Con la vittoria dell'Unione di Romano Prodi alle elezioni politiche del 2006, la Levi Montalcini, in qualità di senatrice a vita, accorda la fiducia al governo Prodi II. Inoltre, dopo aver rifiutato la presidenza del Senato provvisorio in periodo di elezione del presidente stesso, dichiarò di aver votato Franco Marini in tutti gli scrutini. Il momento della sua votazione fu accolto dagli applausi dei senatori dell'Unione.
Tra le numerose iniziative scientifiche, nel 2001 la Montalcini fonda un nuovo centro di ricerca sul cervello a Roma, l'Ebri (European Brain Research Institute), in collaborazione con la Fondazione S. Lucia e il Cnr. Senza scopo di lucro, l'unico obiettivo dell'Ebri è lo studio del sistema nervoso centrale, dai neuroni al cervello, sia in condizioni normali che patologiche. Lo scopo è capire le basi delle malattie neurologiche e neurodegenerative come ad esempio l'Alzheimer, con l'obiettivo di sviluppare delle cure. Il tutto partendo dalle scoperte per le quali le era stato assegnato il Premio Nobel nel 1986. E proprio in difesa dell'Ebri la scienziata combatte una delle sue ultime battaglia, quando sull'Istituto si è abbattuta, nell'autunno del 2009,la minaccia dello sfratto, poi rientrata soprattutto per la tenacia del Premio Nobel.
In occasione del suo 100esimo compleanno, il 22 aprile del 2009, fu fittissimo il calendario di eventi promossi da istituzioni e mondo scientifico in onore della senatrice a vita e accademica dei Lincei.
Una salute di ferro quella della grande scienziata, che solo nel febbraio del 2010, dovette subire un intervento chirurgico per la rottura di un femore avvenuta a causa di una caduta in casa. A 101 anni e con un peso di soli 35 chili, Levi Montalcini affronta con coraggio l'operazione. L'anestesista dell'ospedale S.Andrea di Roma riferi' addirittura che la scienziata domandò quale tecnica avrebbe utilizzato per sedarla. Fu scelta l'epidurale e la senatrice a vita seguì tutto l'intervento, durato 40 minuti, chiedendo informazioni ai chirurghi, che le hanno impiantato una protesi di metallo e plastica al collo del femore. Il suo recupero è stato veloce e completo.
Fra i dolori più grandi della scienziata, la morte dell'amico e collega Renato Dulbecco, avvenuta il 20 febbraio 2012 e celebrata dal premio Nobel con parole di commozione: per la Levi Montalcini, Dulbecco è stato "uno dei più grandi protagonisti nella storia della medicina moderna del '900 del nostro Paese e a livello internazionale. Ho appreso la notizia della sua scomparsa con profonda commozione, in quanto carissimo e antico amico: l'intera comunità ha perso una figura scientifica illustre e di grande spessore umano. In questo triste momento sono vicina con affetto alla moglie Maureen e alla figlia Fiona, che ho conosciuto all'inizio della nostra avventura scientifica, che ci ha condotto in terreni a quei tempi inesplorati. Il suo ricordo rimane indelebile per quanti lo hanno conosciuto e ne hanno potuto apprezzare le alte doti morali e intellettuali e di eminente scienziato".
Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini avevano condiviso insieme gran parte della loro vita e della loro avventura scientifica: fin dall'università dove a Torino erano stati studenti insieme, hanno esplorato ricerche in comune negli Stati Uniti, dove sono arrivati viaggiando sulla stessa nave, hanno condiviso la vita Accademica dei Lincei, entrambi hanno ottenuto il massimo riconoscimento scientifico internazionale vincendo il premio Nobel per la Medicina.


Nessun commento: