domenica 12 agosto 2012

Ilva, “revocato” Ferrante dal gip. La preoccupazione della politica


TARANTO - E' stata revocata la nomina del presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, a custode e amministratore degli impianti dell'area a caldo sequestrati perché inquinano. La decisione è stata presa dal gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco per "palese conflitto di interessi". Prenderà il posto di Ferrante il presidente dell'ordine dei commercialisti, Mario Tagarelli. 
Bonanni: "Si sta giocando a risiko"
Sul futuro industriale dell'Ilva "c'è un vero e proprio atteggiamento da risiko" secondo Raffaele Bonanni, che chiede alle "massime istituzioni del Paese di interrompere questo rilancio continuo" e di "indicare alla giustizia la via dell'equilibrio".

Bersani: il governo faccia chiarezza
E lancia il suo appello sul caso Ilva il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. "E' indispensabile - dice - che il governo, con tutti gli strumenti formali e informali che ha, faccia chiarezza sulla situazione dell'Ilva di Taranto. Bisogna essere consapevoli che la confusione attorno al più grande stabilimento siderurgico d'Europa farà presto il giro del mondo". 

Casini: "Si rischia punto di non ritorno
"L'ordinanza del gip di Taranto sull'Ilva rischia di segnare il punto di non ritorno di una vicenda drammatica che coinvolge migliaia di lavoratori e le loro famiglie e arriva dopo anni di incuria e di noncuranza in primo luogo da parte delle autorità locali preposte alla funzione di vigilanza e di controllo della salute dei cittadini". Lo dichiara in una nota il leader dell'UDC Pier Ferdinando Casini. "In tutto il mondo - prosegue Casini - questa decisione verrà interpretata come esempio di una cultura anti-industriale che sta sedimentandosi nel nostro Paese".

Alfano: "Monti prenda in mano il dossier"
"Chiedo al presidente Monti di prendere direttamente e personalmente in mano il dossier Ilva". E' quanto dichiara Angelino Alfano, segretario del Pdl. "La politica industriale la fa il governo, non la magistratura e, con tutto il rispetto, non può essere un atto giudiziario a dire la parola definitiva sull'industria dell'acciaio in Italia. Vogliamo o no attrarre investitori anche internazionali? Se l'obiettivo è quello di spaventarli - conclude - ci stiamo riuscendo".

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