lunedì 20 agosto 2012

Ilva: il Tribunale del Riesame ribadisce il no alla facoltà d’uso degli impianti



TERAMO - Il Tribunale del Riesame di Taranto ha depositato le motivazioni con le quali lo scorso 7 agosto ha confermato il sequestro degli impianti a caldo dell’Ilva. Il provvedimento notificato all'azienda è lungo 120 pagine e viene sottolineato che non viene concessa la facoltà d'uso degli impianti. 
Nel dispositivo depositato viene disposto che non si continuino a perpetrare i reati contestati nel provvedimento cautelare. Sul percorso da seguire per interrompere i reati, i giudici non si sbilanciano e affidano il compito ai custodi nominati dal gip e alla procura: "I custodi garantiscano la sicurezza degli impianti e li utilizzino in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti". 
Il tribunale aveva nominato custode giudiziario il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante "nella sua qualità di presidente del Cda e di legale rappresentante di Ilva spa". La nomina di Ferrante, però, venne revocata dopo quattro giorni dal gip Patrizia Todisco per "palese conflitto di interessi".
Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini ha dato la sua interpretazione delle motivazioni depositate: "Da quello che ho letto, il Riesame conferma l'approccio che anche noi abbiamo sempre suggerito: la fermata degli impianti è in funzione degli interventi di risanamento". Parlando all'uscita del ministero, Clini ha sostenuto che "se ci sono degli interventi tecnologici che richiedono la fermata degli impianti, questi si devono fermare. Se invece ci sono interventi che non la richiedono non è necessario fermarli".

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