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| Gli insorti sulla strada per Bani Walid |
TRIPOLI - "I rivoluzionari hanno dato un ultimatum a Bani Walid fino a domani mattina: o si arrendono o inizierà il combattimento". E' quanto ha detto a un comandante locale delle forze ribelli, nonostante oggi il presidente del Consiglio nazionale di transizione, Mustafa Abdel Jalil abbia ribadito che l'ultimatum alle roccaforti ancora in mano ai pro-Gheddafi è fissato a sabato prossimo.
Le parole di Abdulrazzak Naduri, numero due del consiglio militare di Tarhuna (circa 80 km a nord di Bani Walid), mostrano invece la possibilità di un'accelerazione delle operazioni. Secondo Naduri, nella città ci sarebbero Saadi Gheddafi e Mussa Ibrahim, mentre Saif al Islam sarebbe fuggito da lì nei giorni scorso.
Le parole di Abdulrazzak Naduri, numero due del consiglio militare di Tarhuna (circa 80 km a nord di Bani Walid), mostrano invece la possibilità di un'accelerazione delle operazioni. Secondo Naduri, nella città ci sarebbero Saadi Gheddafi e Mussa Ibrahim, mentre Saif al Islam sarebbe fuggito da lì nei giorni scorso.
E mentre il Cnt fissa il termine di 20 mesi per indire nuove elezioni, la comunità internazionale si dà appuntamento a New York per un nuovo vertice degli "Amici della Libia", il 20 settembre. I ribelli annunciano che i pozzi di petrolio di Misla e Samir ripartiranno tra il 12 e il 13 settembre. Ma la Russia, preoccupata del futuro dei suoi progetti energetici, ha convocato l'esecutivo di Bengasi a Mosca.

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