mercoledì 25 settembre 2013

“Decade Berlusconi? Decadiamo tutti”. Il Pdl verso la linea dura, stasera riunione dei gruppi

ROMA - Una volta decaduto Berlusconi decadiamo tutti. L'ipotesi, secondo quanto apprende l’Ansa, potrebbe essere fatta dai capigruppo di Camera e Senato Renato Brunetta e Renato Schifani questa sera alla riunione congiunta dei gruppi a cui prenderà parte anche Silvio Berlusconi. L'orientamento sarebbe emerso nel corso del vertice a palazzo Grazioli oggi all'ora di pranzo. A dimettersi potrebbero essere sia i parlamentari che la delegazione ministeriale. La decisione - si apprende da fonti del Pdl - potrebbe essere annunciata questa sera nel corso della riunione. L'idea è quella di non partecipare più ai lavori Parlamentari fino a quando il presidente della Repubblica non scioglierà le Camere.
Alla riunione svoltasi a pranzo a palazzo Grazioli, viene riferito, l'ex premier sarebbe tornato a manifestare tutta la sua diffidenza nei confronti del Colle e del Pd, senza nascondere la forte irritazione - riferiscono fonti pidielline - per il nuovo altola' del Capo dello Stato sull'instabilita' politica. Mi fanno fuori, mi eliminano dalla scena e dovremmo pure stare zitti e votare tutto quello che il governo ci propina?, sarebbe stato lo sfogo di Berlusconi. In un partito già provato dalle fibrillazioni interne per la futura governance di Forza Italia, va in scena una nuova doppia linea: i 'falchi' pronti alla guerra - e che oggi trovano nuovamente terreno fertile nel 'capo' - e le 'colombe' che tentano di frenare gli intenti bellicosi. Non è un caso, fa notare un pidiellino ascrivibile fra i filo-governativi, i 'falchi' sono tornati alla carica oggi a palazzo Grazioli, quando non c'era Alfano, impegnato a Torino. Di certo, viene spiegato, tutto il partito, senza distinzioni di linee, sarà compatto accanto al leader quando si arriverà al voto in Aula sulla decadenza. Intanto, torna all'ordine del giorno l'ipotesi delle dimissioni: i parlamentari all'assemblea delle 19 dovrebbero quindi reiterare il gesto simbolico di rimettere nelle mani dei capigruppo le dimissioni.

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