ROMA - Romano Prodi non è stato eletto nella quarta votazione per il Quirinale, quella per la quale bastava la maggioranza: gli sono mancati 109 voti. Ha ricevuto infatti, 395 voti rispetto ai 504 necessari con le maggioranza assoluta: una vera e propria batosta. Rodotà ha ricevuto 213 voti (50 in più di quelli dei M5S), Annamaria Cancellieri 78 voti, D’Alema 15 voti, 15 bianche. Il Pdl e la Lega non hanno partecipato al voto. "Venti/trenta voti mancanti ci potevano anche stare. Era fisiologico. Ma essendo Prodi arrivato a 395 voti, vuol dire che c'è stata una precisa indicazione politica di votare Rodotà...". Così il parlamentare del Pd, Giuseppe Fioroni, commenta la fumata nera che c'è stata alla Camera per Romano Prodi. "Tutti i nostri voti sono andati a Romano Prodi ed erano 'segnati', sono andati tutti a Romano Prodi". Lo spiega il capogruppo di Sel alla Camera Gennaro Migliore. A chi gli chiede se le loro schede fossero 'R. Prodi', Migliore replica di sì.
Il commento telegrafico di Anna Finocchiaro: "Sconforto".
Il commento telegrafico di Anna Finocchiaro: "Sconforto".
Gabinetto di guerra nell'ufficio di Bersani in Corea dopo l'esito del voto su Romano Prodi che ha provocato uno shock tra i big e i parlamentari. Pier Luigi Bersani è riunito con i capigruppo e Dario Franceschini e Entrico Letta, tutti sfilati in silenzio verso la stanza.
"Non è vero che Romano Prodi era il candidato che garantiva l'unità del del Pd, mentre è chiaro che ha provocato uno scontro tra le forze politiche. Ora credo che stia innanzitutto al Pd fare una scelta, noi abbiamo messo in campo una candidatura che crediamo possa essere votata da tutti, perché serve un presidente di tutti". E' quanto afferma Benedetto Della Vedova, di Scelta Civica.
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