sabato 27 aprile 2013

Governo, tensione e per ora nessun accordo sui nomi dei ministri (Prodi e D’Alema)


ROMA - Enrico Letta sta tentando mettere a posto tutte le tessere del puzzle-ministeri. E’ impresa non facile e allora rischia di slittare lo scioglimento della riserva e il giuramento del premier, che nell'entourage di Letta si ipotizzava per oggi. Le Camere sarebbero pronte a votare la fiducia tra lunedì e martedì. Ma l'accordo sembra ancora in alto mare, niente viene dato al momento per scontato.
I nodi da sciogliere sono ancora numerosi: comporre una squadra di governo Pd-Pdl-Sc si conferma impresa ardua. Materia del contendere, i nomi di "big" del calibro di Prodi e D'Alema. Se Letta intende affidare loro ministeri "pesanti", fa muro il Pdl: allora anche agli "azzurri" deve essere data una uguale rappresentanza nel governo. Magari affidando a Silvio Berlusconi la responsabilità dell'Economia, anche perché possa mantenere promesse come quella dell'abolizione e restituzione dell'Imu.
Ad ogni modo, riferiscono fonti dei partiti che stanno partecipando alla trattativa, ci sarebbe forte determinazione a trovare un accordo, secondo l'auspicio dello stesso capo dello Stato. Se la nascita dell'esecutivo fosse bloccata dai veti reciproci, raccontano le stesse fonti, Napolitano sarebbe pronto anche a consentire al premier incaricato di presentarsi comunque alle Camere per la fiducia con una lista di nomi bipartisan di alto profilo, su cui venga chiamato a pronunciarsi e assumersi le sue responsabilità il Parlamento.
La conferenza dei capigruppo di Montecitorio fa slittare intanto l'approdo del Def in Aula al 6 maggio e fissa per lunedì alle 14 "Comunicazioni del presidente", liberando così una possibile "finestra" per il voto di fiducia. Nel Pd si infiamma invece sempre più il dibattito sui "dissidenti" che sarebbero pronti a votare "no" o astenersi. La Lega convoca la segreteria politica per domenica mattina, per valutare la posizione da tenere in Parlamento. E Beppe Grillo conferma la sua opposizione con parole di fuoco: "L'esecutivo che sta nascendo è un'ammucchiata degna del miglior bunga bunga". 

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