venerdì 23 marzo 2012

Al via il processo al soldato americano che ha ucciso 17 civili in Afghanistan


Robert Bales, il soldato americano assassino
NEW YORK - Risponderà di 17 capi d’accusa, tanti quanti le sue vittime, Robert Bales, il sergente dell'esercito militare americano di 38 anni, che ha ucciso 17 civili inermi in Afghanistan. Ma i talebani afghani non hanno "alcuna fiducia" in un processo al soldato e annunciano "vendetta" contro le truppe americane nel Paese. Lo affermano gli stessi insorti: "Ci vendicheremo contro le truppe americane in Afghanistan, non abbiamo fiducia in certi processi", ha affermato il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid.
A partire da oggi, Bales dovrà rispondere di 17 assassinii, sei tentati omicidi, assalto aggravato e altre gravissime violazioni del codice militare. Questo soldato molto esperto, che vive a Lake Tapps, nello stato di Washington, padre di due figli, è stato catturato dopo aver sparato all'impazzata, all'alba dell'11 marzo, all'interno di un villaggio, nella provincia di Kandahar, nell'Afghanistan meridionale. Alla fine dell'eccidio, ha provocato la morte di nove bambini e otto adulti. Inoltre, Bales è accusato di aver dato fuoco ad alcuni cadaveri.
Sinora il sergente è stato detenuto nella prigione di Fort Leavenworth, in Kansas, dove affronterà il processo di una Corte militare. La strage ha provocato un ulteriore raffreddamento dei rapporti già difficili tra l'amministrazione americana e il governo di Kabul. Inoltre, questa drammatica vicenda è arrivata la settimana dopo l'episodio del rogo del corano da parte di alcuni soldati Usa che ha provocato fortissime reazioni popolari e ingenti manifestazioni di piazza tutte fortemente anti-americane.
Il caso Bales ha inoltre riaperto in America il dibattito sulle conseguenze psicologiche che subiscono i soldati sugli scenari di guerra: lo stesso Bales era già alla sua quarta missione al fronte, tre in Iraq e una Afghanistan. In passato, proprio in Iraq, era stato ferito alla testa e a un piede. Il suo avvocato civile, John Henry Browne, ha descritto il suo cliente ''un patriota, un padre modello e un marito devoto, che è stato traumatizzato dalle ferite in battaglia e che è stato mandato a combattere troppe volte''. ''Non metterò sotto processo la guerra - ha aggiunto - ma la guerra è al centro di questo processo''.

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