NAPOLI - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano boccia l'ipotesi di secessione portata avanti dalla Lega, perché parlarne al giorno d'oggi "è fuori dalla realtà". In visita a Napoli il capo di Stato ha dichiarato che "discutere di federalismo fiscale o di un Parlamento che abbia una rappresentanza delle Regioni è del tutto lecito. Per il resto, ove dalle chiacchiere, dalle grida e dalla propaganda si passasse ad atti preparatori di qualcosa che viene chiamata secessione tutto cambierebbe".
Napolitano, in visita per i 150 anni dell'Unità d'Italia, avverte Umberto Bossi e tutta la Lega Nord sulle loro volontà separatiste. Il presidente della Repubblica ricorda quanto avvenne di fronte a simili tentazioni da parte della Sicilia: "Quando ci fu un tentativo di organizzazione armata e separatista, anche quell'accenno di Stato italiano appena nato non esitò a intervenire piuttosto pesantemente: si ricorderà l'arresto e la detenzione di un capo importante di quel movimento, come Finocchiaro Aprile".
La risposta leghista non si è fatta attendere: "Queste dichiarazioni così tranchant e la velata minaccia ai militanti indipendentisti ci lasciano tranquilli perchè in Padania ci sono migliaia di patrioti che considerano la libertà il bene più importante e non si fanno spaventare da queste minacce", ha dichiarato l'eurodeputato della Lega Mario Borghezio commentando le parole di Napolitano. Parole con le quali "Napolitano tradisce l'immagine positiva che tutti noi della Lega apprezzavamo, di convinto federalista di primo capo dello Stato che ha valorizzato la figura di Cattaneo".
Sognare la secessione "se si guarda al mondo d'oggi appare grottesco - ha detto Napolitano - se si guarda alla Cina, agli Stati Uniti, alla Russia... il livello di grottesco credo che sia tale che dovrebbe bastare questo richiamo a far capire che si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della storia". "Il popolo padano non esiste, il messaggio è chiaro" ha affermato ancora il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. "E' tutto lecito - ha aggiunto Napolitano - discutere del federalismo e della rappresentanza delle autonomie". Il popolo è sovrano ma "bisogna leggere bene la Costituzione che dice che quella sovranità si esercita attraverso le leggi". Poi sia chiaro: "Quando dalle grida, dalle chiacchiere, dallo sventolio di bandiere si passasse ad atti preparatori di qualcosa che si chiamasse secessione, ovviamente tutto cambierebbe".
Il capo dello Stato ha anc hde spiegato che oggi è "necessaria una nuova legge elettorale" che ridia fiducia ai cittadini nelle istituzioni. Il sistema elettorale vigente, secondo Napolitano, "ha rotto il rapporto tra elettore ed eletto". Una frase che ha motivato sottolineando: "non voglio idealizzare i modelli del passato perchè sappiamo quanto la pratica delle preferenze grondasse di negatività, ma era una forma di collegamento più diretto tra elettore ed eletto".
Napolitano, in visita per i 150 anni dell'Unità d'Italia, avverte Umberto Bossi e tutta la Lega Nord sulle loro volontà separatiste. Il presidente della Repubblica ricorda quanto avvenne di fronte a simili tentazioni da parte della Sicilia: "Quando ci fu un tentativo di organizzazione armata e separatista, anche quell'accenno di Stato italiano appena nato non esitò a intervenire piuttosto pesantemente: si ricorderà l'arresto e la detenzione di un capo importante di quel movimento, come Finocchiaro Aprile".
La risposta leghista non si è fatta attendere: "Queste dichiarazioni così tranchant e la velata minaccia ai militanti indipendentisti ci lasciano tranquilli perchè in Padania ci sono migliaia di patrioti che considerano la libertà il bene più importante e non si fanno spaventare da queste minacce", ha dichiarato l'eurodeputato della Lega Mario Borghezio commentando le parole di Napolitano. Parole con le quali "Napolitano tradisce l'immagine positiva che tutti noi della Lega apprezzavamo, di convinto federalista di primo capo dello Stato che ha valorizzato la figura di Cattaneo".
Sognare la secessione "se si guarda al mondo d'oggi appare grottesco - ha detto Napolitano - se si guarda alla Cina, agli Stati Uniti, alla Russia... il livello di grottesco credo che sia tale che dovrebbe bastare questo richiamo a far capire che si può strillare in un prato ma non si può cambiare il corso della storia". "Il popolo padano non esiste, il messaggio è chiaro" ha affermato ancora il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. "E' tutto lecito - ha aggiunto Napolitano - discutere del federalismo e della rappresentanza delle autonomie". Il popolo è sovrano ma "bisogna leggere bene la Costituzione che dice che quella sovranità si esercita attraverso le leggi". Poi sia chiaro: "Quando dalle grida, dalle chiacchiere, dallo sventolio di bandiere si passasse ad atti preparatori di qualcosa che si chiamasse secessione, ovviamente tutto cambierebbe".
Il capo dello Stato ha anc hde spiegato che oggi è "necessaria una nuova legge elettorale" che ridia fiducia ai cittadini nelle istituzioni. Il sistema elettorale vigente, secondo Napolitano, "ha rotto il rapporto tra elettore ed eletto". Una frase che ha motivato sottolineando: "non voglio idealizzare i modelli del passato perchè sappiamo quanto la pratica delle preferenze grondasse di negatività, ma era una forma di collegamento più diretto tra elettore ed eletto".