Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei |
''La questione morale non e' un'invenzione mediatica'' prosegue Bagnasco. Pur segnalando, sulle inchieste in atto, ''l'ingente mole di strumenti di indagine'', ''la dovizia delle cronache a cio' dedicate'' e la presenza di ''strumentalizzazioni'', Bagnasco ha affermato che ''nessun equivoco tuttavia puo' annidarsi'': la questione morale ''e' un'evenienza grave''. Davanti a "racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignita' delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica", il cardinale Bagnasco punta il dito contro "i comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui" oggetto in queste settimane di inchieste giudiziarie e di molti articoli di giornali.
"Mortifica", dice il presidente della Cei aprendo il Consiglio Episcopale Permanente, "dover prenderne atto", cosi' come "rattrista il deterioramento del costume e del linguaggio pubblico, nonche' la reciproca, sistematica denigrazione, poiche' - spiega il porporato ai vescovi riuniti nella sede della Cei - e' il senso civico a corrompersi, complicando ogni ipotesi di rinascimento anche politico".
La corruzione e' una ''piovra'' e va combattuta', ha sottolineato il presidente della Cei card. Bagnasco. ''Non si capisce - ha aggiunto - quale legittimazione possano avere in un consorzio democratico i comitati d'affari'' che ''si auto-impongono attraverso il reticolo clientelare, andando a intasare la vita pubblica''. ''Il loro maggior costo sta nella capziosita' dei condizionamenti, nell'intermediazione appaltistica, nei suggerimenti interessati di nomine e promozioni''.
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