ROMA - Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, vola domani a Tripoli, nell'ambito degli sforzi per garantire la transizione nel Paese nordafricano. "Riconciliazione" e "assistenza alla transizione" sono le parole chiave che Frattini - ha spiegato il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari - usera' nel dialogo con gli interlocutori istituzionali della nuova Libia, a partire dal premier Mahmoud Jibril. L'Italia, ha aggiunto Massari, "vuole lanciare un segnale in favore della transizione" e la dimostrazione concreta arrivera' anche dal fatto che la missione di Frattini in Libia e' composta anche da rappresentanti di imprese italiane. La quotidianita' a Tripoli sta lentamente assumendo i caratteri della normalita'. Le scuole sono state riaperte e anche gli uffici hanno ricominciato a funzionare anche se la macchina dello Stato fatica a decollare per la mancanza di un efficace e qualificato numero di quadri amministrativi. Preoccupa l'instabilita' politica, resa evidente dal rinvio della formazione di un governo che, per l'Italia, dovra' "rispondere alle esigenze di tutti" gli attori. In tutta la Libia, pero', "la situazione degli ospedali e' tragica, perche' ci sono ancora numerosi feriti e il personale non riesce a seguire tutte le emergenze".
A denunciarlo e' monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli. "Ci sono diversi feriti nell'interno, come a Sirte, che poi vengono trasportati a Misurata", ha spiegato Martinelli, "la stessa cosa succede per i feriti di Ben Walid, che devono essere trasportati in altri centri perche' nell'area non ci sono ospedali in grado di accoglierli" prosegue il vicario apostolico di Tripoli. "C'e' bisogno - ha spiegato il presule - di assistenza sotto forma di medici, infermieri e medicinali. Sto lanciando appelli in tutte le direzioni non solo perche' vengano inviati aiuti ma anche - conclude - perche' i feriti piu' gravi siano ricoverati in Italia o altrove"
A denunciarlo e' monsignor Giovanni Innocenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli. "Ci sono diversi feriti nell'interno, come a Sirte, che poi vengono trasportati a Misurata", ha spiegato Martinelli, "la stessa cosa succede per i feriti di Ben Walid, che devono essere trasportati in altri centri perche' nell'area non ci sono ospedali in grado di accoglierli" prosegue il vicario apostolico di Tripoli. "C'e' bisogno - ha spiegato il presule - di assistenza sotto forma di medici, infermieri e medicinali. Sto lanciando appelli in tutte le direzioni non solo perche' vengano inviati aiuti ma anche - conclude - perche' i feriti piu' gravi siano ricoverati in Italia o altrove"
Nessun commento:
Posta un commento