sabato 28 aprile 2012

Cosenza: uccisi a fucilate padre e figlia. Confuso racconto della madre


COSENZA - Due morti e un ferito è il bilancio di un giallo che da ieri sera tiene con il fiato sospeso gli abitanti di Villapiana, centro sul mare Jonio del cosentino. Le vittime sono Vincenzo Genovese, 68 anni , agricoltore e sua figlia Rosa, una commessa di 26 anni, mentre risulta ferita la madre e moglie delle vittime, Domenica Ruggiano, sottoposta a un intervento chirurgico nella notte per ridurre una frattura all'anca. I tre sono stati trovati nella loro abitazione di campagna nella tarda serata di ieri.
Per ora quel che e certo è che i colpi sono partiti da un fucile ritrovato all'intorno dell'abitazione delle vittime. Ma i carabinieri escludono, che ad usare l'arma possano essere stati Vincenzo Genovese e la figlia. Ieri sera gli inquirenti hanno ascoltato la donna ferita prima che entrasse in sala operatoria; ha raccontato una storia confusa che lascia molti dubbi.
Il fatto sarebbe successo ieri mattina ad opera di una persona estranea al nucleo familiare. Domenica Ruggiano ha raccontato di avere accompagnato il marito fuori di casa e di essere rientrata. Quindi di avere sentito un botto, la figlia urlare e poi avere visto qualcuno che usciva dall'abitazione. Quindi ha riferito di essere andata a letto. Il suo racconto ha destato sorpresa tra gli investigatori, a cominciare dal fatto che la donna si sarebbe coricata senza dare l'allarme.
Lo scenario della mattanza è una casa colonica in aperta campagna, in un'area scarsamente abitata, lungo la provinciale che collega lo Scalo al centro cittadino di Villapiana, in contrada Ficara del Rosario, poco distante dal campo di calcio “San Francesco”. Al momento, gli investigatori non escludono alcuna ipotesi, compresa quella che l'accaduto possa essersi verificato nella mattinata  di ieri, anche se l'allarme è scattato solo nel tardo pomeriggio, tra le 19 e 30 e le 20, allorquando un cercatore di asparagi, sentendo abbaiare il cane nel cortile della casa, si è avvicinato e vedendo un uomo riverso per terra ha avvisato i carabinieri.
Nell'immediatezza della scoperta dei due cadaveri, l'ipotesi più accredita è stata quella dell'omicidio - suicidio. Il padre litiga con la figlia, perde la testa e le spara un colpo di fucile alla coscia. La ragazza, riversa in pozza di sangue, è stata trovata nella prima stanza della casa. La madre, siamo sempre nel campo delle primissime ipotesi, si interpone tra il marito e la figlia e viene attinta da una fucilata che, per sua fortuna, non si rivela mortale. La donna viene attinta al femore, alla parte pelvica ed al torace e viene trasferita, con un'ambulanza del 118 partita da Trebisacce, presso l'ospedale di Rossano. L'uomo, disperato per il gesto omicida compiuto, si toglie la vita sparandosi una fucilata al volto. Questa la prima ipotesi, accreditata  fino a quando un attento sopralluogo l’ha fatta vacillare. Sulla scena di quello che sembrava un omicidio - suicidio, i tasselli del puzzle non combaciavano. E, quello che sembrava un caso risolto in un baleno, assume le tinte del giallo. 
 La ragazza, Rosa, è stata trovata nella prima stanza della casa; la madre, Domenica, era riversa sul letto, nella camera accanto. L'uomo, come detto devastato da una fucilata in viso, è stato trovato inginocchiato, con la testa poggiata su una panchina, distante dalla casa, sul marciapiedi di un altro fabbricato rurale usato come magazzino. L'arma del delitto, probabilmente un fucile da caccia, è stato rinvenuto nel corridoio della casa colonica, distante circa quaranta metri dall'uomo che lo avrebbe imbracciato per sparare contro la figlia e la moglie, prima di suicidarsi con la stessa arma. Un uomo, colpito in volto da una fucilata sparata a bruciapelo, difficilmente è in grado di percorrere quaranta metri prima di crollare. Le forze dell'ordine non scartano alcuna ipotesi, compresa quella che possa essere stata presente una quarta persona sulla scena del delitto alla quale attribuire la mattanza. 


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