giovedì 29 agosto 2013

Saronno: preso a Bollate il killer della gioielliera. E’ un disoccupato di Caronno, ha confessato

Alex Maggio ripreso dalle telecamere della gioielleria
SARONNO - E' stato fermato il killer di Maria Angela Granomelli, la gioielliera di Saronno, uccisa all'interno del suo negozio, il 3 agosto. L'uomo, Alex Maggio, disoccupato 32enne di Bollate, ha confessato nella notte di fronte ai carabinieri, dopo essere stato portato in caserma. Secondo quanto emerso, Maggio avrebbe dichiarato di aver avuto un raptus.
Sabato 3 agosto, Maggio era entrato nel negozio della donna, fingendosi un cliente. Dopo essersi fatto mostrare diversi oggetti, improvvisamente, come avevano mostrato le immagini dei video di sorveglianza della gioielleria, aveva afferrato un astuccio e colpito sul capo la negoziante che in quel momento si era chinata. Poi aveva infierito su di lei con calci e pugni ed era quindi fuggito con alcuni gioielli lasciando la donna agonizzante a terra.
L'uomo, secondo i primi particolari che emergono dalla vicenda, è stato individuato grazie alla testimonianza di un cittadino, che si è presentato alla caserma dei carabinieri di Bollate (Milano) dicendo di avere visto un uomo che assomigliava alle immagini dell'assassino riprese dal circuito di videosorveglianza diffuse dagli inquirenti. I militari sono subito intervenuti per fare le verifiche, individuandolo in casa della convivente, una bollatese, nel cui appartamento si trovava temporaneamente. Si tratta di uno "sbandato" con piccoli precedenti penali che non conosceva affatto la gioielliera, e che da giovane aveva fatto l’ausiliario dei carabinieri. Avrebbe anche confermato di aver colpito selvaggiamente la donna quando ha tentato di reagire alla sottrazione di alcuni gioielli. Nella lunga confessione fatta la scorsa notte dal presunto assassino di Maria Angela Granomelli, il 40enne disoccupato ha cercato in qualche modo di discolparsi."Non volevo uccidere", avrebbe detto l’uomo, confermando che in quel negozio era entrato "solo per fare una rapina" e che però alla fine avrebbe "perso la testa". Le sue dichiarazioni saranno ora vagliate dagli investigatori dell’Arma, che stanno cercando ulteriori riscontri, ma che avrebbero già avuto un decisivo conforto dal confronto delle impronte digitali trovate sul luogo dell’ omicidio con quelle dell’indiziato.

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