venerdì 13 giugno 2014

Concessi i domiciliari a Scajola, a Chiara Rizzo no

Il triangolo: Scajola, Chiara Rizzo e il marito Antonio Matacena
REGGIO CALABRIA - Il tribunale della libertà di Reggio Calabria ha concesso gli arresti domiciliari all'ex ministro Claudio Scajola, coinvolto nel caso Matacena. Resta invece in carcere Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena, per la quale è stato rigettato il ricorso presentato dagli avvocati Alfredo Biondi e Candido Bonaventura. Scajola ha dunque lasciato il carcere per raggiungere la sua casa di Imperia.
L'ex ministro è uscito da Regina Coeli, dove si trovava dall'8 maggio, passando da una porta secondaria per evitare i giornalisti e le telecamere. 

La richiesta della difesa - I legali di Scajola avevano chiesto la scarcerazione del loro assistito e di conseguenza gli arresti domiciliari. L’ex ministro era stato arrestato lo scorso 8 maggio nell’ambito dell’operazione Breakfast per procurata inosservanza di pena in favore dell’ex deputato Amedeo Matacena, condannato in via definitiva a 5 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e fuggito a Dubai. I giudici del tribunale del Riesame si esprimeranno ancora su Scajola il 19 giugno nel valutare l’appello dei pm contro la decisione del Gip di non riconoscere l’aggravante del concorso esterno in associazione mafiosa chiesto dalla Dda per l’ex ministro.

"Mai fatto affari con alcuno" - Intanto, nell'interrogatorio del pm della Dda di Reggio Calabria e del sostituto procuratore nazionale antimafia Claudio Scajola si è difeso scrupolosamente negando in modo assoluto di aver mai fatto affari con alcuno ("l'ultima volta che ho comprato una casa ho fatto un casino"). L'ex ministro ha anche rivolto un invito "molto duro" a Chiara Rizzo a cercare di far rientrare in Italia il marito Amedeo Matacena.

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