sabato 14 giugno 2014

Renzi al Pd (e ai giudici): basta con il derby ideologico. Duro con Mineo


ROMA - All'assemblea del Pd, riguardo agli scandali recenti Renzi avvisa: Se c'è qualcuno di noi che sa parli, se c'è qualcuno di noi che ha sbagliato paghi, ma non accettiamo da nessun punto di vista che sulla giustizia si giochi il derby che c'è da venti anni andando avanti in maniera totalmente ideologica", riferendosi ai magistrati e sottolineando che il governo sta preparando le misure per riformare la giustizia.
Capitolo giustizia - "Quando uno di noi, iscritto o meno, patteggia per una operazione di finanziamento illecito, chiediamo di fare passo indietro. Chi patteggia significa che e' colpevole, chi e' colpevole e' giusto che non faccia il sindaco". "Sulla corruzione siamo quelli che non fanno sconti a nessuno, neanche a noi stessi". chi ha notizie di reato vada da magistrati Non aspettino che i magistrati vadano da loro".

Capitolo riforme sociali e legge elettorale- Nel 2015 realizzeremo finalmente in Italia il quoziente familiare" e subito dopo "a settembre, dopo la riforma della legge elettorale, realizzeremo un impegno preso durante le primarie, un impegno vincolante e lo faremo d'accordo con esponenti maggioranza e parlamento: quello sui diritti civili". Poi "Quando i bambini vengono caricati su una nave dire, come fa qualche xenofobo con cui dialogano in tanti, che non ci riguarda, sono frasi non umane: noi vogliamo mantenere l'umanità". "Il primo viaggio da presidente del Consiglio europeo di turno lo faro' in Africa". Sull'Africa "si gioca una parte della nostra scommessa non solo culturale e valoriale ma anche economica ed energetica".

I dissidenti e il "caso Mineo" - "Non mandiamo via nessuno, ma non possiamo permettere a qualcuno di ricattare con la sua presenza la posizione del Pd". Renzi avvisa: "Ci sono regole per i membri delle commissioni parlamentari, si può essere in dissenso finché si vuole ma si va in Aula e si esprime lì il disaccordo, non bloccando le norme volute dal partito". A questo punto l'applauso più fragoroso dalla platea.


Il successo alle elezioni  -  In quel 40,8% di consensi alle elezioni europee "non c'è solo un buon risultato del Pd, del governo, di un singolo o gruppo dirigente. E' molto di più: un'attestazione di speranza sconvolgente, un investimento per provare a cambiare l'Italia". E' questa la lettura del voto proposta dal presidente del Consiglio, Mattero Renzi, all'assemblea Pd. Ma, allo stesso tempo, il risultato "carica di una responsabilità che fa tremare i polsi".

Le scelte dell'Europa - Restando in tema europeo, il segretario è tornato sul caso Gran Bretagna: "E' vero che non possiamo mettere diktat e nessun paese può mettere diktat" sulla scelta del presidente della Commissione Europea. Lo afferma il premier Matteo Renzi all'assemblea del Pd a Roma. "Non e' un dibattito sull'Inghilterra ci sia o no. Noi vogliamo mandarla a casa questa sera ai Mondiali, non in Europa", aggiunge.
Con il voto, secondo il premier, "gli italiani hanno detto che non ce n'è più, bisogna cambiare". Per quanto riguarda le amministrative, invece, "dopo il ballottaggio alcune dotte analisi di editorialisti e commentatori ci hanno spiegato che le elezioni sono finite con pareggio. Poi uno si domanda perché loro perdono copie e noi prendiamo voti".
Per Renzi, infatti, "il fatto che ci sono state delle sconfitte non può mettere in secondo piano il fatto che in quelle sfide dove noi potevamo immaginare una rivincita, non solo si è vinto, ma si è dato messaggio cambiamento profondo".
Orfini presidente e le Feste dell'Unità - L'assemblea del Pd approva a "larghissima maggioranza" la nomina di Matteo Orfini alla presidenza del Partito democratico, proposta dal segretario Matteo Renzi. Poi il colpo ad effetto per la base di sinistra del partito: "La tradizione non va messa nel Museo delle cere, ma è un investimento per il futuro. Dobbiamo tutelare il nostro brand, tornare a chiamare le nostre feste 'feste dell'Unità".

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