Federica Giacomini |
VERONA - E' ad un primo esame un corpo umano quello contenuto nella cassa - un contenitore di plastica - ripescata oggi nel Lago di Garda a Castelletto di Brenzone dai sommozzatori della polizia, che stanno cercando i resti di Federica Giacomini, nota nel mondo hard come 'Ginevra Hollander', originaria di Desenzano ma residente a Vicenza, scomparsa il 9 febbraio scorso, senza che di lei si avessero più tracce. All'interno c'era un involucro dalle fattezze umane, avvolto in sacchi di cellophane stretti con nastro adesivo. Per ora non si sa neppure se si tratti di una donna. L'involucro è stato inviato all'istituto di medicina legale di Padova.
Si è trattato di un'operazione alquanto difficoltosa perchè la cassa si trovava sul fondale a circa 100 metri di profondità ad alcune centinaia di metri al largo del porto di Brenzone. La conferma della presenza di un contenitore con qualcosa all’interno, forse un corpo, era giunta prima con i segnali degli eco scandagli, poi con le immagini di strumentazioni subacquee.
La denuncia dei genitori di Federica risale al 5 marzo. L’auto della donna era stata trovata nel Veronese con i sedili sporchi di sangue e le attenzioni degli investigatori si erano concentrate sull’ex compagno, il 55enne bresciano Franco Mossoni. L’uomo, arrestato nel 1978 per l’omicidio dell'amante della moglie e rinchiuso per alcuni anni in un ospedale psichiatrico, il 14 febbraio scorso era stato fermato all’ospedale San Bortolo di Vicenza dove, armato di pistola, aveva seminato il panico.
Nessun commento:
Posta un commento