La dottoressa Paolo Labriola, uccisa a Bari |
Vincenzo Poliseno, l'assassino |
L'omicidio è avvenuto intorno alle 9.30 nello studio della dottoressa, in via Tenente Casale, nel quartiere Libertà, a ridosso del centro cittadino. L'assassino, interrogato e piantonato in questura, ha usato un coltello da cucina con una lama lunga 12 centimetri. La vittima era madre di due figli gemelli di dodici anni.
Sono tutti sotto shock e i colleghi della psichiatra. Al momento dell'aggressione, secondo le testimonianze raccolte, nel centro si trovava una decina di dipendenti: quattro medici, due assistenti sociali e tre infermieri.
"Era una dottoressa bravissima e affettuosa". Così una paziente della Labriola, tra le lacrime, descrive la dottoressa che l'aveva in cura da circa tre anni. "Dovevo ritirare alcuni medicinali - racconta - non riesco proprio a credere a quello che è successo". Però, aggiunge, "non è la prima volta che accadono aggressioni nel centro e che spesso arrivano pazienti violenti".
L'assassino “per circa mezz'ora ha atteso tranquillo il suo turno per poter essere visitato, seduto nella sala di attesa, senza mostrare nessun segno di nervosismo, così mi hanno raccontato”. Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Elena Gentile, che è anche un medico pediatra, raccontando il suo incontro con gli operatori della struttura dove stamani è avvenuto l’omicidio. “Mi hanno detto – ha raccontato Gentile – che Paola Labriola era una grande professionista, dedita al lavoro. Quell'uomo è uscito dalla sua abitazione con un coltello in tasca e poi ha aspettato tranquillo per mezz'ora che arrivasse il suo turno nella sala di attesa. Non era un paziente abituale, aveva un trascorso di dipendenze e le dipendenze tirano la componente psichiatrica e viceversa e i due aspetti spesso si sovrappongono”. |
L'Ordine dei Medici di Bari aveva più volte chiesto alle autorità di rafforzare i sistemi di sicurezza nei confronti degli operatori sanitari, in particolare di mettere un servizio di vigilanza nelle strutture aperte al pubblico. Questo perché i dottori dei Pronto Soccorsi, del 118 e delle Guardie mediche sono sempre più il bersaglio di aggressioni dovute al disagio sociale legato alla crisi economica del Paese.
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