WASHINGTON - Storica telefonata (di 15 minuti, “cordiale”) tra Barack Obama e Hassan Rohani, il primo contatto diretto tra un presidente Usa e uno iraniano dal lontano 1979. A chiamare e' stato l'inquilino della Casa Bianca, nel giorno in cui il nuovo leader di Teheran - al suo ultimo giorno newyorkese - ha impresso un'ulteriore accelerazione al dialogo. Nella conferenza stampa che ha concluso la sua missione 'trionfale' per l'Assemblea generale dell'Onu, Rohani ha infatti pronunciato una promessa: "Presenteremo un primo piano sul nucleare già a Ginevra''.
L'appuntamento e' fissato per il 15 e 16 ottobre, quando nella città svizzera si ritroveranno seduti attorno allo stesso tavolo i Paesi del cosiddetto '5+1' (Usa, Francia, Gb, Russia, Cina e Germania) e i rappresentanti di Teheran. Un tavolo al quale, ha assicurato il presidente iraniano, "parteciperemo senza porre alcuna precondizione". Obama ci crede: ''La strada che porta all'accordo e' irta di ostacoli, ma penso che superare le differenze per una soluzione complessiva sul nucleare iraniano sia possibile'', ha affermato, rendendo noto oggi il suo colloquio di 15 minuti con Rohani durante una dichiarazione Tv dalla Casa Bianca.
Ma Obama si spinge oltre, fino a ipotizzare ''un alleggerimento delle sanzioni'' verso l'Iran, in cambio di ''azioni significative, verificabili e trasparenti'' proprio sul nucleare. Davvero impensabile fino a poche settimane fa. Il disgelo e' nelle stesse parole che i due leader si sono scambiati da un capo all'altro del telefono: ''Have a Nice Day'', e stato il saluto in inglese di Rohani, che l'ha poi rilanciato su Twitter. 'Grazie, Dio sia il tuo Custode'' ('Khodahfez'), la risposta, in farsi, del capo della Casa Bianca. La chiamata, a quanto si è appreso da fonti americane, e' stata di Obama, dopo che dal presidente iraniano era giunto ''un segnale'' di disponibilità.
Davanti alla stampa internazionale Rohani era apparso poco prima sciolto, disponibile a rispondere a ogni domanda. E ha trovato il modo anche per una battuta a proposito del suo predecessore: "Davvero sono diverso da Ahmadinejad?". Poi, più serio: "Ogni differenza che vedete in me rispetto a chi mi ha preceduto è quella che ha voluto il popolo iraniano". Il nuovo leader di Teheran ha quindi ribadito con forza le sue aperture verso la comunità internazionale, e la volontà di fare sul serio. "Sentendo il discorso del presidente Obama all'Onu ho notato che l'atteggiamento dell'Occidente nei confronti dell'Iran e' cambiato". E un segno che il clima non sia più quello teso del passato è anche l'albergo dove Rohani ha tenuto l'incontro con i giornalisti: il Millennium, a due passi dal Palazzo di Vetro, che lo scorso anno rifiutò di concedere la sala per la conferenza stampa a Mahmoud Ahmadinejad. I paletti che pone Teheran sulla strada del dialogo sono chiari: al tavolo dei colloqui "dovremo innanzitutto essere d'accordo sugli stessi principi. E solo allora potremo sviluppare una vera e propria road map", sottolinea Rohani.
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