Dante Passarelli |
CASERTA - Maxi confisca di beni, per un valore stimato in 700 milioni di euro, nei riguardi degli eredi di Dante Passarelli, ritenuto riferimento economico-finanziario del clan dei Casalesi, deceduto il 4 novembre 2004, cadendo misteriosamente da una terrazza priva di recinzione. La confisca è stata disposta dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e riguarda tre società, 126 immobili, 58 terreni, 51 autorimesse e 24 posti auto.
La confisca della Dia è l'ultimo atto di una lunga e complessa vicenda processuale cominciata con il sequestro preventivo di beni di Dante Passarelli, deceduto mentre stava per concludersi il processo "Spartacus" contro i principali esponenti del clan dei Casalesi e dello stesso Dante Passarelli.
Dalle numerose dichiarazioni di collaboratori di giustizia (come Carmine Schiavone, Dario De Simone, Augusto La Torre, Raffaele Ferrara e Domenico Frascogna Domenico), documenti e intercettazioni telefoniche è emerso uno stabile rapporto tra Dante Passarelli e l'organizzazione dei Casalesi, in particolare per il reimpiego dei capitali illeciti.
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