Augusto Minzolini |
ROMA - Il tribunale del lavoro di Roma ha rigettato il ricorso di Augusto Minzolini sul reintegro nella posizione di direttore del Tg1. Lo annuncia la Rai in una nota. "Nel riservarsi ulteriori approfondimenti, appena esaminata la relativa motivazione, la Rai - si legge nella nota di Viale Mazzini - esprime soddisfazione per una sentenza che attesta inequivocabilmente la correttezza del proprio operato in questa vicenda".
Annunciato nuovo ricorso - L'ex direttore del Tg1 ha annunciato che farà ricorso contro l'ordinanza del tribunale del lavoro di Roma. "Innanzitutto - sottolinea Minzolini - viene riconosciuta la mia innocenza rispetto all'accusa per la quale sono stato rimosso dal Tg1, un'accusa strumentale per togliermi da quel ruolo. In secondo luogo, dire che non posso tornare al Tg1 perché nel frattempo sono stato eletto nelle liste del Pdl, dimostra ancora una volta che in questo Paese si applicano due pesi e due misure: il tribunale decise che Santoro doveva tornare al suo posto, malgrado in quel momento fosse parlamentare europeo dell'Ulivo-Ds. Si tratta dunque di una decisione paradossale, motivo per cui i miei avvocati impugneranno l'ordinanza".
I legali: "Riconosciuta la correttezza del suo operato" - Il tribunale "riconosce che Minzolini ha agito perfettamente secondo le regole: condanna infatti la Rai a pagargli la somma di 65.547 euro, più interessi legali, cioè l'ammontare delle spese effettuate con la carta di credito aziendale che Minzolini aveva a sua volta restituito all'azienda". I legali dell'ex direttore del Tg1, Federico Tedeschini e Nicola Petracca, sottolineano in questi termini alcuni aspetti dell'ordinanza. "In sostanza non solo non ha commesso il reato di peculato, ma anche dal punto di vista civilistico ha speso soldi propri, dunque ha agito perfettamente secondo le regole. Si accerta dunque che la rimozione dalla direzione del Tg1 ha avuto un presupposto carente sia dal punto di vista penale sia civile".
La vicenda - Minzolini aveva fatto ricorso dopo essere stato assolto nel febbraio scorso dall'accusa di peculato, nell'ambito di una vicenda di spese personali effettuate con una carta aziendale che aveva portato la Rai ad allontanarlo dalla direzione nel dicembre 2011. Il giornalista aveva ammesso la circostanza, ma aveva anche affermato di aver rimborsato successivamente gli importi all'azienda.
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