ROMA - L'ira del Quirinale sul Pdl, dopo la minaccia di dimissioni in massa annunciata dal partito, in caso di decadenza di Berlusconi. In una nota, si giudica assurdo evocare un Colpo di Stato. 'Non occorre neppure rilevare la gravità e assurdità dell'evocare una "operazione eversiva" in atto contro il leader del PdL - si afferma -. L'applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di violazione della legge, è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto. ''Non occorre neppure rilevare la gravità e assurdità dell'evocare un "colpo di Stato" o una "operazione eversiva" in atto contro il leader del PdL. L'applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di E aggiunge: "C'è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere - se è questa la volontà dei parlamentari del PdL - la loro vicinanza politica e umana al Presidente del PdL, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento".
"La definizione di 'colpo di Stato' e di 'operazione eversiva' non è 'inquietante' ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile". Lo dichiarano in una nota congiunta i capigruppo del Pdl al Senato Renato Schifani, e alla Camera Renato Brunetta rispondendo a Giorgio Napolitano. "L'opinione unanime espressa dai parlamentari del Popolo della Libertà-Forza Italia - viene sottolineato nella nota - è quella dell'esistenza di un'operazione persecutoria da parte di una corrente della magistratura, al fine di escludere definitivamente dalla competizione politica il leader del centrodestra, a cui si aggiunge il voto della Giunta per le elezioni del Senato con l'applicazione retroattiva della legge Severino". "Questo voto - sottolineano i due capigruppo - calpesta un principio fondamentale dello Stato di diritto, quello della 'irretroattività delle leggi', confermato dall'articolo 25 della nostra Costituzione e dall'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. La definizione quindi di 'colpo di Stato' e di 'operazione eversiva' non è 'inquietante' ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile".
Intanto, si apprende da fonti parlamentari della maggioranza, il premier Enrico Letta ha fatto sapere ai gruppi dei partiti che sostengono l'esecutivo che al suo rientro a Roma da New York e' intenzionato a chiedere una immediata verifica di governo. Il premier Enrico Letta non intende procedere con il vecchio schema della verifica da prima repubblica, si sottolinea in ambienti di Palazzo Chigi, ma con chiarimenti sull'attivita' di governo nelle sedi proprie, cioe' in Consiglio dei ministri ed in Parlamento.
"La definizione di 'colpo di Stato' e di 'operazione eversiva' non è 'inquietante' ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile". Lo dichiarano in una nota congiunta i capigruppo del Pdl al Senato Renato Schifani, e alla Camera Renato Brunetta rispondendo a Giorgio Napolitano. "L'opinione unanime espressa dai parlamentari del Popolo della Libertà-Forza Italia - viene sottolineato nella nota - è quella dell'esistenza di un'operazione persecutoria da parte di una corrente della magistratura, al fine di escludere definitivamente dalla competizione politica il leader del centrodestra, a cui si aggiunge il voto della Giunta per le elezioni del Senato con l'applicazione retroattiva della legge Severino". "Questo voto - sottolineano i due capigruppo - calpesta un principio fondamentale dello Stato di diritto, quello della 'irretroattività delle leggi', confermato dall'articolo 25 della nostra Costituzione e dall'articolo 7 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. La definizione quindi di 'colpo di Stato' e di 'operazione eversiva' non è 'inquietante' ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile".
Intanto, si apprende da fonti parlamentari della maggioranza, il premier Enrico Letta ha fatto sapere ai gruppi dei partiti che sostengono l'esecutivo che al suo rientro a Roma da New York e' intenzionato a chiedere una immediata verifica di governo. Il premier Enrico Letta non intende procedere con il vecchio schema della verifica da prima repubblica, si sottolinea in ambienti di Palazzo Chigi, ma con chiarimenti sull'attivita' di governo nelle sedi proprie, cioe' in Consiglio dei ministri ed in Parlamento.
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