mercoledì 5 settembre 2012

Bologna: negati ad Anna Maria Franzoni gli arresti domiciliari

Anna Maria Franzoni

BOLOGNA - Il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha negato la detenzione domiciliare ad Anna Maria Franzoni, condannata a 16 anni di reclusione per il delitto del figlio Samuele Lorenzi. La donna aveva chiesto di scontare a casa il residuo della pena per assistere uno dei due figli. Il tribunale ha detto no perché decaduta dalla potestà genitoriale. A luglio la Cassazione aveva rigettato anche i permessi premio.
La Cassazione aveva negato alla Franzoni la possibilità, per almeno i prossimi quattro anni, di poter usufruire di permessi premio per uscire dal carcere di Bologna dov'è reclusa. Il motivo, spiegava la Cassazione, era la gravità del reato commesso e le regole fissate dall'ordinamento penitenziario nei confronti dei detenuti pericolosi. 

Ad avviso della Prima sezione penale della Suprema Corte, a carico della Franzoni opera il principio della "preclusione temporale", in relazione alla pena finora espiata, per poter provare a chiedere di trascorrere tre giorni al mese con la famiglia. Per i reati gravi, rilevava la Cassazione, i detenuti, al pari di chi viene condannato per mafia e terrorismo, devono aspettare di aver scontato in carcere "almeno metà della pena". 

Rispetto ai sedici anni ai quali ammonta la condanna, la Franzoni deve scontare ancora dodici anni e tre mesi. Quindi dovrà attendere circa quattro anni per tentare di uscire dalla cella. Già nell'agosto del 2010, la Franzoni aveva chiesto - senza ottenerlo - un permesso straordinario per assistere il suocero malato e poi deceduto lo stesso mese.

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