domenica 30 settembre 2012

Volontaria italiana di una Ong in Brasile aggredita da un ragazzo che voleva violentarla: è grave


RIO DE JANEIRO - Una volontaria italiana di 23 anni, Alice Bianchi, è stata aggredita da un 16enne brasiliano con l'intenzione di stuprarla, a Nuova Iguacu, nello Stato di Rio de Janeiro. Lo riferisce il sito di "O Globo". La ragazza, che lavora per la casa per l'accoglienza dei minori di San Michele Arcengelo, è stata colpita alla testa con una pietra e il giovane ha tentato poi di affogarla. Dall'ospedale Alice ha fatto sapere che intende rimanere in Brasile.
Dall'ospedale dove è ricoverata per trauma cranico, ha raccontato la sua esperienza: "Lui ha tentato di bloccarmi con un braccio intorno al collo. Ho pensato fosse un abbraccio" ma "mi ha buttato per terra e si è gettato su di me".
Tutto è successo mentre stava andando a piedi dalla "Casa do Menor" - il centro di accoglienza per minori fondato da Padre Renato Chiera che da trent'anni si occupa dei ragazzi in difficoltà - alla colonia agricola legata all'istituzione dove lavorano molti giovani, tanti con un passato di droga. Una zona di foresta che Alice stava precorrendo con il suo aggressore, camminando insieme: avevano iniziato a parlare, avevano anche avvistato un bradipo che si arrampicava su un albero. Poi, all'improvviso, lei si è distratta per un attimo per guardare l'animale e il ragazzino l'ha aggredita. "Mi ha messo un braccio intorno al collo, sembrava un abbraccio", dice raccontando i momenti successivi: una lotta corpo a corpo disperata con il ragazzo che le ha strappato il reggiseno, ha cercato di tramortirla colpendola con una pietra e poi di affogarla nel ruscello accanto. La ragazza è svenuta ma ricorda di avere recuperato coscienza quando ha ascoltato le voci concitate di altri ragazzi che avevano colto sul fatto l'aggressore e lo avevano neutralizzato. Poi sono arrivati i soccorsi: lei è stata portata in ospedale e il ragazzino preso in custodia dalla polizia.
Alice, "volontaria per lo sviluppo" modello e spesso citata nel sito dell'ong, era andata in Brasile alcuni anni fa, concluso il liceo. Si era talmente innamorata del Paese da decidere di tornarci a febbraio, dopo la laurea, insieme ad altri tre volontari. Avrebbe dovuto finire il suo periodo di volontariato a gennaio. In una telefonata ai genitori in Italia per rassicurarli, nonostante la shoccante aggressione, la giovane ha tuttavia affermato che vuole rimanere.

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