"Che fai, mi cacci?" |
ROMA - Violentissimo attacco di Gianfranco Fini a Berlusconi durante la trasmissione “Otto e mezzo” di La7. Gli ha dato più volte del “corruttore”, in riferimento alla lettera (non spedita) di Lavitola che a Belusconi ricordava la vicenda della casa di Montecarlo e i 500mila euro da lui (Lavitola) portati a Santa Lucia allo scopo di “creare” il famoso documento sulla proprietà dell’immbile e il ruolo del cognato di Fini. Il presidente della Camera ha di conseguenza ammesso che il governo di Santa Lucia era stato “corrotto” dall’emissario dell’ex premier. Il presidente della Camera si dice "profondamente indignato" e ora spera "che gli italiani capiscano chi è Berlusconi" per il quale "prova disgusto". Poi conclude: "era tutto organizzato. Ma ci avevano avvisati, ho fatto il ministro degli Esteri, qualche amico c'é, anche a livello di intelligence. Ci avevano avvisati che quel documento era falso e Italo Bocchino lo dichiarò in televisione. Il documento fornito dalla stato di Santa Lucia era una patacca". "Provo disgusto nei confronti di una persona che davvero merita di essere conosciuto per quello che autenticamente è. E non mi riferisco a Lavitola" ha aggiunto Fini. "Il dolore è stato tanto. Ho saputo questa notizia mentre venivo in macchina, con mia moglie non ho ancora parlato ma credo che quando arriverò a casa l'argomento sarà d'obbligo" ha concluso.
Silvio Berlusconi, in relazione alle dichiarazioni di questa sera di Gianfranco Fini, "ha dato ampio mandato ai suoi legali di esperire tutte le più opportune e necessarie azioni giudiziarie". Lo rende noto il portavoce del presidente del Pdl, Paolo Bonaiuti. "Ne sono lieto. Ci vedremo in tribunale". Così il Presidente della Camera Gianfranco Fini commenta con l'ANSA l'annuncio di Silvio Berlusconi
La lettera per Silvio Berlusconi è stata rintracciata dagli inquirenti sul computer di Carmelo Pintabona, destinatario di una misura cautelare con Valter Lavitola per la presunta estorsione all'ex premier Silvio Berlusconi. L'avrebbe scritta proprio l'ex direttore del quotidiano 'L'Avanti', giàin carcere per corruzione internazionale e per indebite percezioni di fondi per l'editoria, e ora è agli atti nell'inchiesta condotta dai pm napoletani Piscitelli e Woodcock. "Non so se le Sue prese di distanza sono reali, o frutto di un misto di istinto di conservazione, vigliaccheria e cattivi consigli o, come spero, di un giusto e normale gioco delle parti", si legge nella missiva. Lavitola continua affermando che Silvio Berlusconi sarebbe stato in debito con lui perché questi aveva 'comprato' il senatore Sergio De Gregorio, che lascio' l'Idv per aderire al centrodestra. Nella lettera Lavitola sottolinea i suoi presunti interventi per favorire la caduta del governo Prodi. E afferma, in particolare, di "aver tenuto fuori dalla votazione cruciale Pallaro, fatto pervenire a Mastella le notizie dalla procura di Santa Maria Capua Vetere da dove erano arrivate le pressioni per il vergognoso arresto della moglie".
Sostiene anche di "aver lavorato Dini" assieme "a Ferruccio Saro e al povero Comincioli. Cio' - scrive - dopo essere stato io a convincerLa a tentare di comprare i Senatori necessari a far cadere Prodi". E poi parla dei 500mila euro di rimborso spese, per i documenti relativi alla Casa di Montecarlo". Il riferimento è al suo viaggio a Santa Lucia, in Centramerica, per procurare atti che avrebbero dovuto dimostrare che proprietario effettivo dell'appartamento (un tempo appartenuto ad An) era il cognato di Fini.
Scrive Lavitola: "Io ce ne ho messi almeno altri 100mila. Martinelli (il presidente di Panama, ndr) ha contribuito con 150mila euro oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300mila euro), quando - scrive a Berlusconi - Le portai i documenti originali di Santa Lucia. Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero (li portarono fuori i piloti). Ovviamente Le ho restituito le somme compensandole con altre partite. Tutte somme non concordate con Lei (ma di cui lei era a conoscenza) e che quindi non voglio essere restituito. Mentre per Tarantini le devo io 255.500 euro (che è ovvio le restituirò)".
Lavitola afferma, poi, che l'ex premier gli promise un posto nel governo. Lavitola elenca una serie di presunti impegni presi dal leader Pdl. "Lei mi ha ha promesso: più volte di entrare al Governo (persino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e con onestà mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola); di mandarmi al Parlamento Europeo (alle precedenti presi da solo 54mila preferenze); di entrare nel Cda della Rai; che il primo incarico importante che si fosse presentato sarebbe stato per me (inizio 2010), di collocare la Ioannuci nel cda dell'Eni; di nominare Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica".
Scrive Lavitola: "Io ce ne ho messi almeno altri 100mila. Martinelli (il presidente di Panama, ndr) ha contribuito con 150mila euro oltre che con il volo privato da Panama a Roma (circa 300mila euro), quando - scrive a Berlusconi - Le portai i documenti originali di Santa Lucia. Certo non potevo rischiare a Roma che me li trovassero (li portarono fuori i piloti). Ovviamente Le ho restituito le somme compensandole con altre partite. Tutte somme non concordate con Lei (ma di cui lei era a conoscenza) e che quindi non voglio essere restituito. Mentre per Tarantini le devo io 255.500 euro (che è ovvio le restituirò)".
Lavitola afferma, poi, che l'ex premier gli promise un posto nel governo. Lavitola elenca una serie di presunti impegni presi dal leader Pdl. "Lei mi ha ha promesso: più volte di entrare al Governo (persino mi chiamò dopo la nomina della Brambilla e con onestà mi disse che era dispiaciuto di non riuscire solo con me a mantenere la parola); di mandarmi al Parlamento Europeo (alle precedenti presi da solo 54mila preferenze); di entrare nel Cda della Rai; che il primo incarico importante che si fosse presentato sarebbe stato per me (inizio 2010), di collocare la Ioannuci nel cda dell'Eni; di nominare Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica".
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