venerdì 28 settembre 2012

Biella, detenuto s’impicca. E’ il 41° suicida in carcere quest’anno

Il carcere di Biella

BIELLA, 28 SET - Un detenuto di 51 anni, L.S., si e' suicidato la scorsa notte nel carcere di Biella, impiccandosi con i lacci delle scarpe alle inferriate della finestra della cella, nel reparto isolamento. Era detenuto dal 2006 per condanne per furti e rapine; avrebbe finito di scontare le pene nel 2014.

''E' il 118.mo morto dall'inizio dell'anno nelle carceri italiane e il 41.mo per suicidio'', sottolinea il Segretario dell'OSAPP, Leo Beneduci, che parla di ''una vera e propria strage di Stato''.

Proprio ieri il presidente Napolitano aveva definito la situazione delle carceri uno spettacolo "indegno" che "non fa onore all'Italia" e ne "ferisce la credibilità internazionale". Una condanna senza sfumature vosì come senza ambiguità sono le sue ricette: amnistia o indulto e pene alternative al carcere. Dati alla mano (ben 66.300 detenuti schiacciati in celle minuscole e con servizi medievali, in strutture obsolete concepite per un massimo di 45.500 persone) il presidente della repubblica ha preso ieri carta e penna per una nota durissima dettata con l'emozione del ricordo di una sua visita nel carcere minorile di Nisida lo scorso anno. 'Il sovraffollamento carceri e' una vergogna per l'Italia. Non sono degne di essere umani le carcere sovraffollate", disse allora sgomento dopo il confronto con i giovani reclusi, quasi scusandosi per l'assenza di condizioni politiche utili a varare un'amnistia. C'era ancora il Governo Berlusconi e il confronto politico tra maggioranza ed opposizione era durissimo. Oggi è passato un anno esatto e la situazione delle carceri - se possibile - è peggiorata. E' migliorato invece il dialogo politico e il presidente può permettersi di essere incisivo, molto incisivo. Si muovano le Camere e prendano in esame la possibilità di "provvedimenti di clemenza", cioé amnistia o indulto. Si muovano le Camere e facciano rispettare il dettame costituzionale che vuole la detenzione come rieducazione e non pena fine a se stessa, ricorda il presidente subito dopo aver incontrato al Quirinale una delegazione di personalità di varia estrazione che gli hanno presentato una lettera aperta sul tema.

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