ROMA - Sarà varato giovedì dal Consiglio dei ministri il decreto sui tagli dei costi agli enti locali. Meno consiglieri e bilanci certificati per Regioni e Comuni, ma anche una stretta sugli stipendi dei consiglieri. A vigilare sulle spese dei partiti, sia a livello locale che nazionale, sarà la Corte dei Conti con poteri di controllo e sanzione. Tagli anche per i manager delle società controllate dagli enti locali.
Un'azione che si estenderà anche a Province e Comuni e che ha visto, almeno per il momento, un'ampia collaborazione degli enti locali. Alla base della manovra anti-sprechi ci sarà innanzi tutto l'erogazione di fondi proporzionato al numero effettivo degli abitanti. Drastico taglio al numero dei consiglieri: salteranno 300 proltrone e le regioni che non dovessero adeguarsi saranno sanzionate. Aboliti i mono-gruppi, costituiti da un solo consigliere, ma che beneficiano di ampi finanziamenti.
Tutte le spese dei gruppi consiliari, anche quelle di comuni e Province, dovranno essere certificate. Scatteranno inoltre tetti agli stipendi dei politici e anche a quelle dei manager delle secietà pubbliche possedute dagli enti locali. Non è ancora chiaro se finiranno sotto la lente anche i vitalizi che, come nel caso del Lazio, scattano a soli 50 anni.
Il governo sta lavorando anche a un disegno di legge costituzionale per modificare i poteri delle Regioni, considerati eccessivi ma, visti i tempi necessari, l'argomento sarà affrontato in un secondo momento.
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