mercoledì 2 maggio 2012

Governo battuto in Senato sulla norma salva-pensioni dei manager statali


ROMA - Il governo e' stato battuto in aula al Senato durante le votazioni degli emendamenti al dl correttivo del decreto liberalizzazioni che verte principalmente sulle commissioni bancarie. L'emendamento delle opposizioni, che elimina dal testo le norme sulle pensioni dei manager pubblici, aveva ricevuto il parere contrario dell'esecutivo e, sottoposto a votazione, è stato approvato con 124 voti favorevoli, 94 contrari e 12 astenuti.
 Il Senato ha approvato quattro testi gemelli presentati da Idv, Lega e Pdl: viene soppresso il comma 2 dell'articolo 1 che cancella le norme sul trattamento previdenziale dei manager pubblici in presenza del tetto sugli stipendi. La legge equiparava le pensioni più alte dei funzionari dello Stato a quella del primo presidente di Cassazione, nonostante la riduzione già' disposta per gli stipendi. 
In sostanza, come spiega il vice presidente dei senatori leghisti Mura, chi chiudeva la carriera nella Pubblica Amministrazione in un paio d'anni senza cambiare l'attuale incarico, perdeva sì la differenza tra il vecchio stipendio e quello nuovo ma i contributi versati anche dopo la norma del taglia-stipendi, “potevano, con questa norma scritta da una mano molto scaltra e piazzata in tempo giusto, essere tarati sui vecchi stipendi e non sul nuovo, cioé su quello ridotto”.

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