Un parroco schiacciato dal crollo della sua chiesa mentre tenta di salvare la statua diuna Madonnina a Rovereto, nel Modenese
BOLOGNA - Almeno quindici morti, sette dispersi e duecento feriti il bilancio delle scosse che hanno colpito oggi l'Emilia. Il sisma di oggi ha provocato ottomila sfollati che si aggiungono ai seimila della scossa dello scorso 20 maggio, ha spiegato il sottosegretario Antonio Catricalà, in un'informativa al Senato.
Nei soccorsi, ha detto il sottosegretario, sono impegnati 3.698 uomini e 758 mezzi, più sette moduli di aiuto, per 1.250 posti letto aggiuntivi. Ulteriori 360 posti letto sono stati recuperati con sei carrozze delle ferrovie dello Stato. Per l'eventuale ulteriore fabbisogno di posti si ricorrerà alle strutture alberghiere.
Due delle vittime, ha spiegato Catricalà, "sono decedute per cause non connesse direttamente all'evento". I morti si sono registrati: tre a Mirandola, tre a San Felice sul Panaro, una a Concordia, una a Finale Emilia, una a Cento, una a Novi di Modena, una a Medolla e quattro a Cavezzo. Quanto ai dispersi, se ne registrano uno a Mirandola, tre a Medolla e tre a Cavezzo. Per il sottosegretario non si tratterebbe di una scossa di assestamento del sisma del 20 maggio, ma di un nuovo terremoto. Il governo intende deliberare il 4 giugno il lutto nazionale. Alle 13 due forti scosse a distanza di quattro minuti l'una dall'altra, la prima di magnitudo 5,3 e la seconda di magnitudo 5.1, hanno colpito il modenese. Dopo le 13, la terra ha tremato altre 5 volte in venti minuti.
Sono state oltre 70 le scosse di terremoto avvenute avvenute nella zona compresa fra quella colpita il 20 maggio scorso, nel ferrarese, a quella del modenese. Sono almeno 800 quelle registrate a partire dal 20 maggio. Delle 70 scosse che stanno facendo tremare l'arco settentrionale dell'Appennino, la maggior parte è avvenuta nella mattinata, ossia dopo il terremoto di magnitudo 5,8 delle 9,00, spiega il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Tra le vittime, un parroco che stava cercando di mettere in salvo una piccola statua della Madonna mentre la terra tremava. Don Ivan Martini è morto durante il crollo della sua chiesa, quella della Stazione di Novi, a Rovereto, nel Modenese. Don Martini stava conducendo un sopralluogo con i Vigili del fuoco ma si sarebbe attardato a prendere la statuetta. E' rimasto schiacciato sotto le macerie.
Una grossa trave gli è caduta addosso mentre si attardava nella sua piccola chiesa per non lasciare che il crollo dell'edificio portasse alla rovina anche quella piccola statua della Madonna, a cui don Ivan teneva tanto. E così è rimasto intrappolato sotto le macerie, proprio mentre una delle infinite scosse della giornata stava facendo tremare la terra nel martoriato territorio della provincia di Modena.
Il sacerdote era parroco nel paesino in provincia di Modena, e nella chiesa era entrato, insieme con gli uomini delle Fiamme gialle, per verificare i danni di una prima scossa. Ma, mentre lui e i Vigili del fuoco si trovavano all'interno dell'edificio, è arrivata all'improvviso una seconda scossa. Gli altri sono riusciti a mettersi in salvo. Non lui: quei pochi secondi per portarsi via la statuina gli sono stati fatali.
Don Ivan Martini |
Il sacerdote era parroco nel paesino in provincia di Modena, e nella chiesa era entrato, insieme con gli uomini delle Fiamme gialle, per verificare i danni di una prima scossa. Ma, mentre lui e i Vigili del fuoco si trovavano all'interno dell'edificio, è arrivata all'improvviso una seconda scossa. Gli altri sono riusciti a mettersi in salvo. Non lui: quei pochi secondi per portarsi via la statuina gli sono stati fatali.
I danni più rilevanti, spiega la regione Emilia Romagna, sono nei comuni vicini all'epicentro, dove si sono verificati numerosi crolli. Diverse le scuole evacuate in regione per precauzione, mentre disagi si sono verificati sulle linee ferroviarie, che questa mattina hanno subìto rallentamenti: la circolazione dei treni attorno alla stazione centrale di Bologna è stata interrotta per accertamenti sulle infrastrutture.
La maggior parte delle vittime è stata colpita dalle macerie o dal crollo dei capannoni. Crollato anche il duomo di Mirandola all'interno del quale vi erano operai al lavoro, la Torre dell'orologio e la chiesa di San Francesco. Colpito anche il vicino comune di San Possidonio, dove si è sbriciolato il campanile della locale chiesa. Gravissimi danni al centro storico di Cavezzo nel modenese e alle fabbriche alimentari del territorio. Crolli anche a Moglie e Poggio Rusco in provincia di Mantova, a Fiorenzuola d'Arda in provincia di Piacenza e piccoli crolli anche nelle province di Reggio Emilia, Rovigo e Venezia.
Per quanto riguarda i servizi essenziali e le telecomunicazioni, sono circa 5.000 le utenze Enel disalimentate tra Modena, Ferrara, Reggio Emilia e Bologna. Problemi anche per la telefonia, dovuti al sovraccarico della rete mobile.
Nessun commento:
Posta un commento