giovedì 30 gennaio 2014

Processo Meredith, Corte in camera di consiglio, sentenza dopo le 17

Amanda Knox e Raffaele Sollecito
FIRENZE - La corte d'assise di appello di Firenze si è ritirata in camera di consiglio per la sentenza per l'omicidio di Meredith Kercher. Il presidente della corte, Alessandro Nencini, ha annunciato che la sentenza non ci sarà prima delle 17.
Amanda Knox"va assolta per difetto di prova sulla sua presenza sul luogo del delitto". A dirlo è stato il suo difensore, l'avvocato Luciano Ghirga nella sua replica. Parlando delle questioni genetiche, il legale ha tra l'altro sottolineato che "non abbiamo prove della presenza del sangue di Meredith sulla lama del coltello" considerato dall'accusa l'arma del delitto. Ghirga ha definito "inammissibile e infondata" la richiesta di misura cautelare per gli imputati. "Potete fare giustizia - ha concluso il legale - per Amanda e Raffaele".
Raffaele Sollecito era oggi regolarmente in aula accompagnato dal padre e da altri familiari. "Ora vado via. Ma tornerò dopo" spiega lasciando l'Aula. Il giovane ha quindi confermato che sarà presente alla lettura della sentenza. Uscendo dall'aula Sollecito ha stretto la mano a Patrick Lumumba, il musicista coinvolto nell'indagine sull'omicidio dalle dichiarazione di Amanda Knox ma poi risultato estraneo al delitto e quindi prosciolto.  Cappotto blu, maglioncino viola con appesi sulla scollatura gli occhiali da sole, il giovane pugliese è rimasto sempre seduto accanto al padre. Insieme con lui tutti i suoi più stretti familiari. Raffaele Sollecito ha seguito con attenzione gli interventi previsti. Non ha mostrato particolare emozione anche se il padre Francesco ha ribadito come in questo momento sia molto preoccupato
Meredith Kercher venne uccisa a Perugia la notte tra il 1 e il 2 novembre del 2007. Sollecito e Knox vennero condannati in primo grado ed assolti in appello, provvedimento dopo il quale furono scarcerati. Per il delitto sta invece scontando una condanna definitiva a 16 anni l'ivoriano Rudy Guede. 

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