lunedì 24 giugno 2013

Caso Ruby, Berlusconi condannato a 7 anni e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Pena aumentata di un anno rispetto alle richieste dell'accusa


MILANO - La lettura della sentenza
MILANO - Berlusconi condannato a  7  per concussione e  per prostituzione minorile e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici stabilendo per lui anche l'interdizione legale per la durata della condannaI giudici hanno anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura affinché valuti le presunte false testimonianze rese da una lunga serie di testimoni nel corso del dibattimento. E’ la sentenza pronunciata dalla quarta sezione del tribunale penale di Milano alle 17,20  dopo oltre 8 ore di camera di consiglioLa richiesta di condanna nei confronti di Berlusconi, avanzata dall'accusa, era di 6 anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici. I giudici, nell'aumentare di un anno rispetto alle richiese del pm la pena i, hanno modificato "il reato contestato al capo A": non più concussione per induzione ma concussione per costrizioneI giudici hanno ioltre disposto la confisca dei beni già sequestrati in passato a Ruby e al suo compagno Luca Rizzo.  
Presenti alla lettura il procuratore capo Edmondo Bruti Liberati (assente Ilda Bocassini, in ferie programmate da tempo), gli avvocati della difesa Ghedini e Longo, decine di giornalisti, anche stranieri, e qualche curioso.
Un piccolo gruppo, composto da una decina di manifestanti, radunato davanti al Palazzo di Giustizia di Milano, ha accolto con applausi e grida di esultanza la notizia della condanna. Alcuni di loro hanno intonato l'inno d'Italia.
Nel processo - iniziato il 6 aprile 2011 con rito immediato e durato 50 udienze - l'accusa ha sostenuto che Berlusconi avesse avuto rapporti sessuali a pagamento con Karima el Marough, meglio nota come Ruby, quando la giovane marocchina era ancora minorenne, e che avesse cercato illegittimamente di ottenerne il rilascio dalla questura di Milano, dove era stata fermata per furto, con l'obiettivo di occultare la sua relazione con la ragazza. Il leader Pdl ha sempre negato entrambe le accuse e Ruby ha sostenuto più volte di non avere avuto alcuna relazione sessuale con Berlusconi.



La figlia Marina: "Amarezza e sdegno" - "Non chiamiamola sentenza. Non chiamiamolo processo. Soprattutto, non chiamiamola giustizia. Tutto il castello crollerà, è certo, la verità verrà ristabilita, ma questo non basta in alcun modo a mitigare l'amarezza e lo sdegno". Lo afferma la presidente di Fininvest, Marina Berlusconi, dopo la condanna del padre.

L'avvocato Ghedini: "Sentenza fuori dalla realtà, ma prevista": "La questione non è se si tratta di una sentenza politica o non politica. E' una sentenza al di fuori della realtà e al di fuori degli atti processuali". Lo ha detto il legale di Silvio Berlusconi Niccolo' Ghedini, commentando fuori dal tribunale di Milano la sentenza sul processo Ruby. "Era una sentenza larghissimamente attesa. Già il 3 giugno avevo anticipato che la pena sarebbe stata maggiore rispetto a quella richiesta dall'accusa". 

Alfano (Pdl): "Resisti": "Ho chiamato il presidente Berlusconi per manifestargli la più profonda amarezza e l'immenso dolore di tutto il Popolo della Libertà, per una sentenza contraria al comune senso di giustizia, al buon senso e peggiore di ogni peggiore aspettativa. L'ho invitato a tenere duro e ad andare avanti". Sono le parole del segretario Pdl Angelino Alfano poco dopo la lettura della sentenza

Senatori renziani: "Lo condanni il voto": "Berlusconi venga condannato dagli elettori nelle urne e non con i verdetti delle aule di giustizia. I partiti ed il Parlamento sono chiamati ad una prova di maturita': andare oltre, non farsi influenzare dalla condanna". Lo affermano i senatori renziani del Pd Andrea Marcucci e Mauro Del Barba. "Ci auguriamo che la sinistra non cada nel solito tranello degli ultimi 20 anni", l'obiettivo sia "sconfiggere il Cavaliere con il voto ed archiviare definitivamente la sua stagione fallimentare".

D'Alessandro (Pdl): "Stupro del diritto" - "Questa sentenza è uno stupro del diritto in nome della lotta politica per via giudiziaria". E' quanto afferma Luca d'Alessandro (Pdl), segretario della Commissione Giustizia della Camera, a proposito della condanna in primo grado a 7 anni e interdizione perpetua per Silvio Berlusconi sul caso Ruby.

Malan (Pdl): "Sentenza allucinante" - "Una condanna senza prove e senza reato contro il maggiore protagonista della politica italiana degli ultimi 20 anni è un vero attentato alla democrazia e allo stato di diritto che pone l'Italia tra i paesi con la democrazia a rischio". Così il senatore Pdl Lucio Malan sulla condanna per Silvio Berlusconi. "Purtroppo, non solo Berlusconi, ma le migliaia di cittadini italiani che si trovano ad avere a che fare con la giustizia, non importa se come accusati o come vittime - aggiunge - devono sperare di non essere considerati nemici politici dal magistrato di turno, ma solo sulla base della legge e dei fatti. Spesso succede, ma troppo spesso no".


Gelmini (Pdl): "Nd uscirà più forte di prima""Questa sentenza porta dunque un'altra pietra al monumento della magistratura come contro potere giudicante di chi sia titolato o meno a governare il nostro Paese. Berlusconi e', nonostante tutto, piu' forte di prima". E' Maria Stella Gelmini, vicecapogruppo vicario Pdl, ad aggiungere che "cresce il numero delle persone che gli sono vicine anche per questa dolorosa persecuzione cha va avanti da venti anni. Il presidente Berlusconi deve sapere che tanti lo stimano sia come persona che come leader".
"La giustizia del 'te la faremo pagare', la sentenza senza uno straccio di prova, nonostante la prova generale per una societa' del 'grande fratello', e del molto denaro pubblico speso inutilmente in intercettazioni, ha trovato finalmente la sua rappresentazione finale", aggiunge. "Certa magistratura, a Milano, nel silenzio generale, non amministra la giustizia, bensi' l'etica, nonostante le smentite di decine di testimoni e l'assenza di una prova: come accade in ogni teocrazia che si rispetti", conclude Gelmini.
Schifani (Pdl): "Persecuzione patologica": "Una sentenza abnorme e surreale, con un colpevole e nessuna vittima", ha dichiarato il presidente dei senatori del Pdl Renato Schifani. "D'altronde, aspettarsi dal tribunale di Milano una decisione favorevole al presidente Berlusconi e' praticamente impossibile", ha insistito. "Una certa magistratura e' capace di negare anche l'evidenza pur di colpire l'avversario politico di sempre", ha proseguito, "un'anomalia che esiste soltanto nel nostro Paese, dove alcuni giudici, schierati sempre dalla stessa parte, provano a ribaltare il giudizio chiaro e inequivocabile di dieci milioni di italiani che si riconoscono nel presidente Berlusconi. E che non ne possono più di una persecuzione ingiusta e patologica".

Leva (Pd): "La sentenza va rispettata": Danilo Leva, presidente forum Giustizia del Partito Democratico, ha invitato a rispettare la sentenza sul caso Ruby. "Come tutte le sentenze, quella di oggi del tribunale di Milano va rispetta, senza commettere l'errore di confondere il piano giudiziario con quello politico", ha dichiarato. "Sono quindi inaccettabili i commenti e le reazioni degli esponenti del Pdl, che invitiamo a abbassare i toni e a rispettare la volonta' dei giudici", ha ammonito, "da una forza che e' al momento al governo del Paese, ci aspetteremmo un atteggiamento piu' serio e rispettoso dei poteri di costituzionali". Detto questo, "la sentenza di oggi non puo' e non deve incidere sulla prosecuzione dell'azione di governo", ha avvertito.


Santaché (Pdl): “ La giustizia qui non c’entra”: "E' una vergogna, è una sentenza politica che con la giustizia non ha niente a che fare". Lo ha detto l'esponente del Pdl Daniela Santanché uscendo dal Palazzo di Giustizia. Santanché ha negato che possano esserci ripercussioni sul Governo. "La giustizia e il Governo sono cose diverse - ha spiegato - se il Governo fa le cose che servono il nostro sostegno è senza se e senza ma". Santanché ha negato anche l'ipotesi che la sentenza possa essere la fine dell'esperienza di Berlusconi politico ed è stata accolta da fischi e insulti da parte dei manifestanti davanti al Palazzo di Giustizia, che hanno gridato "vergogna" quando è uscita dal tribunale.

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