MILANO - Una quarantina di consiglieri regionali lombardi sono indagati in un'inchiesta della procura di Milano sull'utilizzo dei rimborsi dei gruppi consiliari. L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e condotta dalla Gdf milanese, vede, da quanto si è saputo, al momento indagati consiglieri del Pdl e della Lega Nord.
Nell'inchiesta sono indagati i capigruppo in Regione Lombardia del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli. Gli investigatori della Gdf avrebbero accertato un utilizzo illecito dei rimborsi regionali dei gruppi consiliari. In particolare l'indagine riguarderebbe spese fatte al di fuori dell'attività politica con soldi pubblici.
Tra gli oggetti acquistati con soldi pubblici, finiti sotto la lente della Procura di Milano, ci sono anche munizioni da caccia per 750 euro che sarebbero stati acquistate da un consigliere lombardo leghista. E poi, cioccolatini francesi messi a bilancio come spesa di rappresentanza regionale, e cene anche queste molto poco "istituzionali". Ancora, alcuni consiglieri lombardi avrebbero speso soldi pubblici per degustazioni, cocktail e acquisti di carne in macelleria, oltre a videogiochi, cappuccini e brioche. Insomma, i consiglieri coinvolti, oltre ai 9mila euro di stipendio, si sarebbero intascati parecchi extra per spese personali.
"Batman in Lombardia non c'è. Credo proprio che i nostri gruppi abbiano rispettato fino in fondo le regole". Roberto Formigoni risponde così a proposito dell'inchiesta sui rimborsi al Pirellone e su presunti illeciti. "Sono convinto - riprende il governatore - che ci sia un grande equivoco perché le norme in materia qui sono chiare e diverse dalle altre Regioni. Quanto alle regole, le modalità di spesa sono identiche per maggioranza e opposizione".
"Batman in Lombardia non c'è. Credo proprio che i nostri gruppi abbiano rispettato fino in fondo le regole". Roberto Formigoni risponde così a proposito dell'inchiesta sui rimborsi al Pirellone e su presunti illeciti. "Sono convinto - riprende il governatore - che ci sia un grande equivoco perché le norme in materia qui sono chiare e diverse dalle altre Regioni. Quanto alle regole, le modalità di spesa sono identiche per maggioranza e opposizione".
Lo scorso 10 ottobre i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, su ordine del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e di pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio, erano andati in Regione Lombardia con un decreto di esibizione di documenti e avevano acquisito i rendiconti dei gruppi consiliari lombardi di Pdl e Lega dal 2008 al marzo del 2011. Sul decreto in quella occasione erano indicati i nomi di tre indagati per peculato e truffa aggravata: il leghista ed ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, già indagato in un'altra inchiesta per corruzione; l'ex vice presidente del Consiglio regionale ed ex assessore Franco Nicoli Cristiani (Pdl), anche lui accusato di corruzione in un'altra inchiesta; e l'ex assessore regionale Massimo Buscemi del Pdl. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori, da quanto si è saputo, sono finite soprattutto le spese di comunicazione e di rappresentanza, ritenute sospette, dei gruppi consiliari del Pdl e della Lega e in particolare i finanzieri avrebbero accertato spese, per cene e viaggi, illecite. Da quanto si è saputo, inoltre, gli investigatori passeranno comunque al setaccio anche le spese con i rimborsi regionali di altri gruppi consiliari, come quello del Pd. Al momento, comunque, l'inchiesta vede una quarantina di indagati tra consiglieri del Pdl e del Carroccio.
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