ROMA - "Non lo so ancora. Ma dentro di me qualcosa mi dice di no". Così il premier Mario Monti in un colloquio con Eugenio Scalfari su Repubblica alla vigilia della sua conferenza stampa risponde alla domanda se scenderà o meno in campo come portabandiera e leader del Centro. E poi spiega che oggi farà il bilancio dei suoi 400 giorni di governo rendendo pubblica la sua agenda "programmatica" da dare a chiunque voglia utilizzarla per le prossime elezioni.
Il premier conferma che non sa se sarà in prima persona leader del Centro: "So che Napolitano preferirebbe che io, pur incoraggiando la parte politica a me più congeniale, restassi in panchina".
Nel colloqui con Scalfari, Monti ha preannunciato alcuni punti della sua "agenda": una legge aggiuntiva contro la corruzione, le liberalizzazioni, la legge elettorale e la riforma fiscale. Questi i punti cardine degli interventi da svolgere nei primi cento giorni del nuovo governo. Sulla legge anti corruzione mancano dei punti importanti che non sono stati affrontati da questo esecutivo. Bisogna, secondo Monti, proseguire con le liberalizzazioni e rendere più penetrante l'azione antitrust in favore della libera concorrenza. Portare a termine l'impegno di abolizione delle Province. Cambiare la legge elettorale basandola sui collegi. Dimezzare il numero dei parlamentari. Portare avanti la riforma fiscale. Difendere fino in fondo la riforma delle pensioni. Cambiare il welfare e creare un sistema generale di ammortizzatori sociali. E soprattutto investire nelle scuole superiori, nell'università e nella ricerca.
Secondo Scalfari, Monti punta a rafforzare il Centro per "limitare il riafflusso alla destra populista". Il centro attuale, con Casini Fini, Montezemolo e il ministro Riccardi senza di lui è stimato dai sondaggi "tra il 9 e il 12 per cento". "Vedo che i sondaggi su di me mi danno intorno al 40 per cento; alcuni anche di più". E all'ipotesi di un blocco del Centro con Berlusconi risponde che "non lo farà mai". Monti osserva che i provvedimenti del suo governo, oltre a Grillo e ai berlusconiani, "li contestano anche la Camusso e Vendola. Questa è una forte differenza tra il Centro e il Pd". "Camusso, Vendola e molti altri nel Pd - sottolinea - vogliono e dicono di voler smantellare quello che è stato fatto. Io sono del parere di Ichino - aggiunge - che del resto è uno dei più fedeli a quel partito e credo nell'onestà intellettuale di Bersani".
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