Roberto Adinolfi |
I due arrestati ripresi da una telecamera di sorveglianza |
GENOVA - I carabinieri hanno eseguito alcuni arresti nell'ambito dell'indagine sulla gambizzazione di Roberto Adinolfi, il dirigente Ansaldo ferito a Genova nel maggio scorso.
Il blitz, portato a termine da carabinieri e Digos della Questura di Genova, ha portato al fermo di polizia giudiziaria di due anarchici insurrezionalisti piemontesi, Nicola Gai e Alfredo Cospito, in esecuzione di un provvedimento di fermo emessi dalla Procura della Repubblica del capoluogo ligure, dal Procuratore Aggiunto Nicola Piacente e dal Sost. Procuratore Silvio Franz. Secondo le prime informazioni, i due residenti a Torino sono già conosciuti alle forze dell'ordine e sono accusati di essere gli esecutori materiali dell’agguato del 7 maggio ai danni dell’Ing. Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare. Negli ultimi giorni i due fermati avevano intenzione di abbandonare il paese.
Sono in corso anche alcune perquisizioni in Piemonte e in Toscana. Polizia e carabinieri genovesi stanno setacciando non solo residenze ma anche centri di aggregazione di area anarchica.
I due anarchici sono stati identificati studiando i filmati delle videocamere collocate davanti alla caserma dei Nas di Genova, nella zona della stazione di Brignole, non lontana dal luogo dove gli attentatori abbandonarono lo scooter usato per l’agguato. I due, avviandosi a piedi alla stazione, si sarebbero tolti il casco senza accorgersi delle telecamere. L’identificazione è stata possibile grazie alle comparazioni delle segnaletiche della Digos: hanno precedenti. Secondo le prime informazioni, anche la compagna di Cospito è indagata ma non sottoposta a fermo. Proseguono intanto le perquisizioni delle forze dell’ordine anche nell’imperiese. Cospito e la compagna, infatti, che vivono in Piemonte, sono proprietari di una casa a Bordighera (Imperia).
Nelle conferenza stampa il procuratore Michele Di Lecce ha spiegato che i due fermati sono, uno, Cospito, di Pescara, mentre Gai è residente a Torino; hanno precedenti di terrorismo nell’ambito di un’inchiesta a Perugia. I due risultano «inseriti nel circuito anarco-insurrezionalista Fai. Sono loro contestati i reati ex art. 280 di attentato all’ incolumità personale con finalità di terrorismo, lesioni personali gravi e furto. Ma secondo Di Lecce i due nell’agguato ad Adinolfi hanno agito da soli.
Cospito, 45 anni, secondo gli investigatori ha gravitato in alcune realtà anarchiche in varie zone d’Italia e a Perugia ha un procedimento in corso sempre per episodi di eversione. Pare che l’uomo non svolga alcuna attività professionale.
Nicola Gai , 35 anni, a sua volta residente nel capoluogo piemontese, sarebbe un frequentatore abituale di Cospito, indipendentemente dall’episodio genovese. Tra i due, è stato riferito in procura, risulterebbero rapporti abbastanza continui e risalenti nel tempo. Secondo quanto si è appreso, Gai sarebbe occupato in un’azienda familiare.
Il blitz, ha spiegato il procuratore, è scattato oggi perché c’era ragione di ritenere che i due stessero per fuggire. «Da intercettazioni si è capito che vi era un pericolo reale di fuga». Gli investigatori sono risaliti ai due fermati anche grazie all’analisi degli scritti contenuti in una rivista dell’area anarchica denominata Kno3. Di Lecce ha confermato che i due sono stati ripresi da videocamere poco dopo l’attentato.
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