mercoledì 21 settembre 2011

Il pm Woodcock e gli altri non si arrendono: presentata richiesta di revoca dell’ordinanza del gip che ha spostato la competenza territoriale della presunta estorsione a Berlusconi a Roma

Il pm di Napoli Hanry John Woodcock
NAPOLI - E' stata rinviata a venerdì 23 settembre l'udienza davanti al Tribunale del Riesame di Napoli, chiamato a decidere sulle richieste di revoca o attenuazione delle misure cautelari nei confronti di Gianpaolo Tarantini e di Valter Lavitola. A quanto si apprende da fonti della Procura, i pm hanno espresso parere favorevole alla concessione degli arresti domiciliari per l'imprenditore pugliese.
I pm Henry John Woodcock, Vincenzo Piscitelli e Francesco Curcio che indagano sulla presunta estorsione ai danni del presidente del Consiglio, in una delle 10 pagine di istanza presentata al gip Primavera sulla competenza territoriale scrivono che "quanto alla cosiddetta memoria scritta presentata da Silvio Berlusconi, va in primo osservato che pare fortemente dubitabile che la stessa possa, in linea di principio, costituire fonte di prova e comunque elemento probatoriamente apprezzabile".
"Se infatti anche la persona offesa al pari delle altre parti del processo-procedimento può certamente presentare 'memorie' in regime giuridico della stessa - proseguono i pm - non può essere diverso da quello riservato alle memorie provenienti dalle altre parti".
Secondo i pm, la memoria presentata dai legali di Berlusconi "appare ampiamente lacunosa e comunque nel complesso decisamente inattendibile: per esempio, l'onorevole Berlusconi sembra ricordare perfettamente che tutte le somme destinate a Tarantini siano state erogate e consegnate in Roma ma 'stranamente' non ricorda né l'importo complessivo delle dazioni stesse né gli importi delle singole tranche erogati, né menziona poi tutte le altre utilità da lui stesso destinate sempre al Tarantini sicuramente apprezzabili e rilevanti ai fini dell'estorsione e della determinazione del tempus e del locus delicti".
Scrivono ancora i pm che conducono l'inchiesta sulla presunta estorsione a Berlusconi che "tale memoria appare in ogni sua parte generica ed imprecisa tranne che sull'aspetto riguardante il luogo in cui i pagamenti sono avvenuti. La inattendibilità e ricercata lacunosità della stessa emerge dalla stessa volontà della parte offesa Silvio Berlusconi di sottrarsi alla doverosa escussione testimoniale". "Tale condotta induce a ritenere che la sua ricostruzione dei fatti non sia né completa né documentata, né certamente attendibile e anzi appare deliberatamente creata in modo funzionale a procrastinare il momento del chiarimento dei fatti anche attraverso lo spostamento del processo ad altra sede".

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