giovedì 22 settembre 2011

I ribelli espugnano Sabha, Gheddafi in fuga. Trovato materiale radioattivo in due magazzini

SABHA (Libia) - Muammar Gheddafi è di nuovo in fuga. Sabha, la città nel sudovest dove aveva trovato rifugio, è stata del tutto espugnata dai ribelli, impegnati adesso a verificare le voci secondo cui l'ex rais è riuscito a lasciarla. 
La presa di Sabha coincide con l'inizio del conto alla rovescia per la fine della missione militare della Nato. L'alleanza, ha spiegato il comandante per le operazioni nel Paese nordafricano, Charles Bouchard, conta di concludere il proprio lavoro entro i tre mesi previsti. Per ora, ha aggiunto, "la nostra missione prosegue, perché le forze di Gheddafi minacciano ancora la popolazione".


Il generale ha precisato che "le truppe del Colonnello, non sono più in grado di coordinarsi tra di loro e di condurre attacchi su larga scala, ma solo azioni isolate. Le forze del Rais - ha chiarito - controllano solo piccole sacche del Paese, principalmente nelle aree di Sirte e Bani Walid. Gli ultimi rapporti in nostro possesso ci dicono che anche Wedan, Jufrah e Sabha sono ormai sotto il controllo del Cnt".
Bouchard ha invitato quindi i lealisti ad "arrendersi per garantire una fine pacifica del conflitto, anche perché sono circondati e non hanno vie di fuga, in quanto il territorio intorno a loro è nelle mani dei ribelli".
Un sito militare contenente quello che sembra essere materiale radioattivo è stato scoperto dalle forze rivoluzionarie vicino a Sebha. In due magazzini ci sono migliaia di barili blu contrassegnati con del nastro adesivo che dice "radioattivo", e due o tre sacchetti di plastica della polvere gialla sigillata con il nastro stessoIl materiale non è stato confermato come radioattivo, ma nel 2004 l'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), agenzia di controllo delle Nazioni Unite 'nucleare, aveva confermato che il governo libico aveva nascosto a Sabha "yellowcake (in inglese "torta gialla"),  prodotto finale dei processi di concentrazione e purificazione dei minerali estratti che contengono l'uranio che può essere utilizzato per produrre uranio arricchito per scopi nucleari.

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