venerdì 23 settembre 2011

Cina: protestano contro l’inquinamento, 30 arrestati e 100 sottopostio a “educazione legale”


Un momento delle proteste a Haining contro l'inquinamento

PECHINO - Le proteste sociali continuano a scuotere la Cina, come riferisce Asianews. Dopo 3 giorni di manifestazioni contro l’inquinamento provocato da un’industria di pannelli solari nella provincia del Zhejiang, le autorità locali hanno arrestato 30 manifestanti e ne hanno inviati altri 100 a una non meglio identificata “educazione legale”. Gli arrestati sono accusati di “danneggiamento di proprietà privata” - nel caso specifico per aver forse danneggiato alcuni materiali della Jinko Solar Holdings, quotata a New York - e di aver “disturbato seriamente l’ordine sociale”. 

Il governo di Haining aveva ordinato la chiusura della fabbrica lo scorso lunedì, dopo che un’indagine aveva appurato che erano stati i suoi scarichi a uccidere in massa i pesci del fiume che confina con la proprietà. Secondo Chen Hongming, vice direttore del locale Ufficio per la protezione dell’ambiente, la Jinko “scaricava materiali eccessivamente tossici. L’avevamo avvertita di sistemare la faccenda

Non è chiaro se, durante le proteste, ci siano stati dei feriti: ma secondo fonti locali diverse decine di persone - scese in piazza contro i danni provocati dall’industria - sono rimaste ferite durante gli scontri con la polizia. Di certo fra gli arrestati c’è un uomo di 33 anni, che ha scritto su internet che l’inquinamento locale ha provocato il cancro in 31 abitanti del suo villaggio e la leucemia in altri 6. Secondo il governo, egli ha “diffuso false informazioni sulla rete” ed è stato fermato per questo.

Ma Jie, industriale locale, spiega che l’inquinamento nell’area è divenuto “molto comune, data la natura delle fabbriche che si sono impiantate qui al posto dell’agricoltura tradizionale. Queste industrie tenevano i propri rifiuti solidi in un magazzino, ma dopo poco tempo hanno iniziato a lasciarle all’aperto. La pioggia ha fatto il resto”.

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