mercoledì 5 settembre 2012

Berlusconi interrogato a Roma come teste dai pm di Palermo nell’inchiesta Dell’Utri


ROMA - ''Il Presidente Berlusconi ha chiarito compiutamente tutti gli aspetti della vicenda. Quali difensori della persona offesa, abbiamo provveduto al deposito di idonea documentazione a ulteriore comprova delle dichiarazioni rese''.Lo affermano in una nota congiunta Niccolo' Ghedini e Piero Longo, avvocati di Silvio Berlusconi sentito come teste dai Pm di Palermo nell’inchiesta Dell’Utri.
Berlusconi ha dovuto rispondere dei 40 milioni di euro dati in dieci anni al senatore Dell'Utri, somma che, secondo la procura, sarebbe il prezzo dell'estorsione subita.
L'audizione dell'ex premier, in presenza dei suoi legali Niccolò Ghedini e Luigi Longo, è durata circa tre ore. Il leader del Pdl, dopo aver lasciato la caserma della Guardia di finanza in via dell'Olmata, è poi rientrato a Palazzo Grazioli. 
"Berlusconi è stato sentito come persona informata sui fatti. Altro non posso aggiungere". E' stata la dichiarazione del Procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo al termine dell'interrogatorio. Dopo lunghe trattative la Procura aveva acconsentito alla proposta fatta dai legali di Berlusconi di andare a Roma a sentire l'ex premier: decisione sofferta che aveva spaccato il pool di pm che indaga sulla presunta estorsione. Nino Di Matteo e Francesco Del Bene - due dei sostituti titolari del caso - non sarebbero stati d'accordo a spostarsi nella Capitale e avrebbero ribadito la necessità che fosse Berlusconi ad andare a Palermo. Secondo indiscrezioni, il procuratore Francesco Messineo, che ha personalmente "trattato" con l'avvocato Nicolò Ghedini la questione, ha scelto di portare all'interrogatorio i pm più anziani: l'aggiunto Antonio Ingroia e Lia Sava.

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