sabato 12 novembre 2011

Silvio Berlusconi alle 20:30 al Quirinale. Approvato dalla Camera il ddl Stabilità. Scilipoti: "colpo di Stato". Insulti del Pdl ad Antonione


Il presidente del consiglio in pectore Mario Monti
ROMA - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e' atteso questa sera al Quirinale, presumibilmente tra le 20 e le 20.30. Non appena il premier avra' formalizzato le dimissioni, il Quirinale comunichera' il calendario delle consultazioni.
Via libera definitivo della Camera, in seconda lettura e senza modifiche, al ddl Stabilità licenziato dal Senato. I voti a favore sono stati 380, quelli contrari 26 e 2 le astensioni. I deputati del Pd non hanno votato, l'Idv ha votato contro, l'Udc e Fli a favore. 
Quando il presidente de Consiglio Silvio Berlusconi è entrato nell'Aula della Camera per partecipare alle votazioni è stato accolto dall'applauso dei deputati del Pdl che tutti in piedi gli hanno gridato in coro "Silvio, Silvio". 
I deputati della Lega gridano in coro 'voto, voto'! mentre il capogruppo del Pd Dario Franceschini fa la sua dichiarazione di voto sulla legge di stabilita' chiarendo che al suo partito converrebbe votare ma che andare oggi alle urne sarebbe un male per il Paese. Alla fine del discorso di Franceschini parte un altro coro dai banchi del Carroccio: "Elezioni, elezioni!".
"Vergogna, traditore, Giuda" sono le urla con cui i deputati del Pdl che lasciano l'emiciclo di Montecitorio interrompono più volte l'ex collega di gruppo Antonione quando prende la parola per fatto personale al termine dei lavori per replicare alle "offese" ricevute via stampa dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che nel frattempo guadagna l'uscita dall'Aula. Il presidente della Camera Gianfranco Fini deve richiamare più volte i deputati a lasciar parlare il collega ma gli urli si ripetono più volte. Finchè l'aula non si svuota dei parlamentari della maggioranza, al seguito del premier. 
Si è chiuso con un'invettiva di Domenico Scilipoti l'esame alla Camera del ddl stabilità. "Oggi si sta facendo un colpo di Stato perché questo è l'ultimo parlamento eletto dai cittadini italiani", ha gridato prima di essere sopraffatto dagli insulti che arrivavano dall'emiciclo sinistro. E a quel punto Scilipoti si è dovuto fermare; il presidente Gianfranco Fini gli ha tolto la parola nonostante le sue proteste. "Onorevole Scilipoti, ha terminato il tempo a sua disposizione", ha chiarito. 

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