I giornalisti in attesa di entrare nella centrale di Fukushima |
L'iniziativa, a rischio dopo i segnali di fissione nucleare e le resistenze del gestore Tepco, è stata anticipata da Hosono a inizio mese sulla scia delle condizioni dell'impianto, "a un punto di sicurezza tale da giustificarne l'apertura ai media". Obiettivo del governo nipponico è la messa in sicurezza dei reattori danneggiati entro la fine dell'anno.
Sono due gli edifici del reattore, una volta dipinti di azzurro. I loro tetti sono stati spazzati via, le pareti di cemento sbriciolate e ridotte a telai in acciaio.
Idraulici, elettricisti e camionisti svolgono il loro lavoro, tutti vestiti dalla testa ai piedi di tute bianche antiradiazioni. Il loro lavoro - ripulire il peggior disastro nucleare dopo Chernobyl - durerà decenni prima di essere completato.
I giornalisti, in tuta antiradiazioni, hanno visitato l'impianto devastato per la prima volta dal peggiore tsunami del Giappone nei secoli che ha distrutto l'impianto l’11 marzo scorso, causando esplosioni dei reattori e crolli e riducendo chilometri quadrati di campagna in una terra di nessuno.
Otto mesi più tardi, l’impianto rimane un disastro. Camion capovolti dalla potenza dell'onda, ancora ingombrano delle strade di accesso, macerie dppertutto. La fine del mondo.
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