lunedì 20 aprile 2015

LEGGE ELETTORALE, Renzi accellera e si acuisce lo scontro con la minoranza dem

ROMA, 20 aprile - Matteo Renzi non frena la corsa dell'Italicum dopo le polemiche dei giorni scorsi ma i nodi arrivano al pettine, nel Pd, e tra maggioranza e minoranza si acuisce lo scontro.
Il premier annuncia che non accetterà veti ma Gianni Cuperlo replica che in caso di fiducia sarebbe a rischio la legislatura. Tutto ciò alla vigilia dei primi voti in commissione.
  Nel giorno in cui a Montecitorio giungono alla Affari costituzionali 135 emendamenti alla riforma, di cui 11 da parte di esponenti della maggioranza, il vertice del Pd fa sapere che intende sostituire i dieci commissari della commissione stessa che, critici sul testo, hanno gia' annunciato che non avrebbero votato a favore del mandato al relatore.
Ad essere sostituiti, secondo fonti Pd, saranno: Pier Luigi Bersani, Gianni Cuperlo, Rosy Bindi, Andrea Giorgis, Enzo Lattuca, Alfredo D'Attorre, Barbara Pollastrini, Marilena Fabbri, Roberta Agostini, Marco Meloni. E' una decisione "presa dall'assemblea del gruppo della settimana scorsa" spiega il vicecaopgruppo Ettore Rosato.
 "E' arrivato il momento di dire che non si può consentire ai veti e ai controveti di bloccare il Paese" ha detto il premier di buon mattino. "Non si puo' ripartire sempre daccapo.
  E' una legge che elimina il potere di ricatto".
Nel difendere l'Italicum Renzi spiega: "Non ci saranno più inciuci con questa legge elettorale, nè le grandi accozzaglie, come l'Ulivo di Prodi e il centrodestra di Berlusconi. E' chiaro che questo sistema qualcuno non lo vuole in Parlamento, il potere di blocco viene superato".
Ma la notizia della sostituzione dei componenti di minoranza accende gli animi. "Un fatto grave" lo giudica Stefano Fassina, "conseguenza dell'indisponibilità da parte del premier a riconoscere le correzioni necessarie affinchè' il pacchetto" Italicum-riforma del Senato "non porti ad un presidenzialismo di fatto senza contrappesi". Mentre Gianni Cuperlo, che non intende aprire polemiche sulle sostituzioni, mette il carico da undici sull'ipotesi di fiducia: sarebbe "uno strappo serio" che "metterebbe seriamente a rischio la prosecuzione della legislatura, perchè ci sarebbe da parte delle opposizioni tutte una reazione molto molto severa".
La rimozione dei deputati di minoranza indispone anche le opposizioni. Tanto che M5s annuncia di voler disertare i lavori "Se Renzi espellera' la minoranza, ritireremo gli emendamenti e lasceremo la commissione. Inutile partecipare a una farsa con burattini che dicono si' a comando". La stessa mossa e' meditata anche da Scelta civica. E il capogruppo di Fi, Renato Brunetta, difende la sinistra dem: "La sostituzione di coloro che evidentemente non la pensano come il segretario del partito e premier, Matteo Renzi, è una cosa assolutamente mai vista", ha detto, "è aberrante, è antidemocratico, è anti regolamenti parlamentari".
Sono 97 gli emendamenti alla legge elettorale che a partire da domani pomeriggio (ore 14.30) saranno sottoposti al voto. Ne erano stati presentati 135 dei quali una parte è stata dichiarata inammissibile in Commissione affari costituzionali della Camera. Lo ha reso noto il presidente della Commissione, Francesco Paolo Sisto.
    Tredici sono quelli del Pd; circa venti quelli del M5S. Le votazioni che inizieranno domani pomeriggio si svolgeranno anche giovedì mattina.
   

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