ROMA, 22 aprile - Sì definitivo dell'Aula della Camera all'introduzione del divorzio breve. Il provvedimento è stato licenziato a Montecitorio con 398 sì, 28 no e sei astenuti. Il gruppo della Lega ha votato contro.
Dopo oltre 40 anni si modifica così la norma che regola il divorzio, prevedendo un tempo di soli sei mesi per dire addio al proprio coniuge; un anno al massimo ma solo se si decide di ricorrere al giudice. Non saranno, dunque, più necessari tre anni per mettere fine al proprio matrimonio.
"E' una norma di civiltà - ha detto la relatrice Alessia Morani -. Sono decenni che il Paese aspetta norme più moderne che accorcino i tempi del divorzio, riducendo peraltro quelle conflittualità di cui sono vittime in primo luogo i figli delle coppie che scelgono di separarsi".
E anche per la vicepresidente della Camera Marina Sereni "finalmente anche nel nostro Paese si introduce il cosiddetto 'divorzio breve'. Non si tratta, come qualcuno ha affermato, di un incentivo a rompere il matrimonio quanto piuttosto di una semplificazione di quel percorso che tra la separazione e il divorzio impedisce a molte coppie separate che hanno avviato altre relazioni di formare nuove famiglie. Una norma di civiltà che riduce gli oneri finanziari e burocratici a carico delle coppie che affrontano separazione e divorzio e presta attenzione ai figli, dando a loro e ai loro genitori certezza e serenità".
Ed ecco cosa prevede il divorzio breve: non saranno più necessari gli attuali tre anni di attesa, innanzitutto, indipendentemente dalla presenza o meno di figli; restano però i due gradi di giudizio (cioè per divorziare è necessario prima separarsi). Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale.
Novità temporale anche per la divisione dei beni: la comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale. L'ordinanza con la quale sempre i coniugi sono autorizzati a vivere separati è comunicata all'ufficiale di stato civile ai fini dell'annotazione dello scioglimento della comunione.
C'è poi l'applicazione immediata: il divorzio breve sarà operativo anche per i procedimenti in corso. Dal provvedimento, durante la discussione al Senato, è stata stralciata la norma che prevedeva il divorzio immediato, cioè senza separazione. Una norma che avrebbe "rallentato" il percorso visto che sul tema si sono registrate posizioni politiche contrastanti che avrebbero spaccato la maggioranza.
Dopo oltre 40 anni si modifica così la norma che regola il divorzio, prevedendo un tempo di soli sei mesi per dire addio al proprio coniuge; un anno al massimo ma solo se si decide di ricorrere al giudice. Non saranno, dunque, più necessari tre anni per mettere fine al proprio matrimonio.
"E' una norma di civiltà - ha detto la relatrice Alessia Morani -. Sono decenni che il Paese aspetta norme più moderne che accorcino i tempi del divorzio, riducendo peraltro quelle conflittualità di cui sono vittime in primo luogo i figli delle coppie che scelgono di separarsi".
E anche per la vicepresidente della Camera Marina Sereni "finalmente anche nel nostro Paese si introduce il cosiddetto 'divorzio breve'. Non si tratta, come qualcuno ha affermato, di un incentivo a rompere il matrimonio quanto piuttosto di una semplificazione di quel percorso che tra la separazione e il divorzio impedisce a molte coppie separate che hanno avviato altre relazioni di formare nuove famiglie. Una norma di civiltà che riduce gli oneri finanziari e burocratici a carico delle coppie che affrontano separazione e divorzio e presta attenzione ai figli, dando a loro e ai loro genitori certezza e serenità".
Ed ecco cosa prevede il divorzio breve: non saranno più necessari gli attuali tre anni di attesa, innanzitutto, indipendentemente dalla presenza o meno di figli; restano però i due gradi di giudizio (cioè per divorziare è necessario prima separarsi). Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale.
Novità temporale anche per la divisione dei beni: la comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale. L'ordinanza con la quale sempre i coniugi sono autorizzati a vivere separati è comunicata all'ufficiale di stato civile ai fini dell'annotazione dello scioglimento della comunione.
C'è poi l'applicazione immediata: il divorzio breve sarà operativo anche per i procedimenti in corso. Dal provvedimento, durante la discussione al Senato, è stata stralciata la norma che prevedeva il divorzio immediato, cioè senza separazione. Una norma che avrebbe "rallentato" il percorso visto che sul tema si sono registrate posizioni politiche contrastanti che avrebbero spaccato la maggioranza.
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