venerdì 6 settembre 2013

Siria, al G20 gli Usa non cambiano: ci vuole una risposta militare

SAN PIETROBURGO - Gli Stati Uniti sono convinti che "le violazioni delle norme internazionali poste in essere dal regime di Assad con l'uso di armi chimiche richiedano una risposta militare": lo ha detto Ben Rhodes, consigliere della Casa Bianca, rispondendo agli alleati europei che chiedono agli Usa di prendere in considerazione altre soluzioni.
Fuori dall'aula dei Quindici, l'ambasciatrice americana all'Onu, Samantha Power, ha tuonato: "La Russia continua a tenere il Consiglio di Sicurezza in ostaggio". Sulla lettera inviata dal Papa a Putin e ai leader del G20, invece, Rhodes ha tagliato corto: "".

Letta - Sulla questione Siria la "preoccupazione italiana è al massimo", e il G20 è "l'ultima occasione perché si trovino soluzioni negoziate e politiche". Ciononostante, senza il via libera dell'Onu l'Italia, ribadisce il presidente del Consiglio, Enrico Letta, non andrà in Siria. "A me - spiega - non risulta nessun punto di freddezza" con Washington. "Comprendiamo" l'atteggiamento di Obama, ma senza un avallo delle Nazioni Unite l'Italia è "impossibilitata" a intervenire. Anche se "non abbiamo nessuna intenzione di strappare l'alleanza che confermiamo strategica con gli Stati Uniti". Ad ogni modo, "è assolutamente possibile che ci si parli e si trovi un'intesa. Il problema sono le differenti interpretazioni rispetto a iniziative militari, c'è chi le interpreta come una sanzione e chi come l'inizio di qualcosa di cui non si conosce la fine". 

Cina  - E' Pechino, da sempre contraria ad ogni intervento militare contro Damasco, ad aprire al G20 di San Pietroburgo la danza delle dichiarazioni sulla crisi siriana: "Un'azione militare avrebbe un impatto negativo sull'economia globale, in particolare sul prezzo del petrolio, causandone un aumento", ha dichiarato il viceministro delle Finanze,Zhu Guangyao.


Lega Araba  - L'inviato speciale della Lega Araba e dell'Onu, Lakhdar Brahimi, è arrivato in Russia per aiutare il segretario generale delle Nazioni Uniti, Ban Ki-moon, a spingere a favore della conferenza internazionale di pace in Siria. Lo riferisce un portavoce dell'Onu a San Pietroburgo. Tra le ipotesi che circolano, quella di un tentativo di fissare una data per Ginevra-2 nonostante l'ipotesi di un blitz Usa.

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