ROMA -Sono tornati nella loro Puglia i due fucilieri della Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. L'aereo militare partito da Ciampino è arrivato nella serata di ieri all'aeroporto di Brindisi.
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone sono ritornati a casa dove passeranno le vacanze di Natale con le loro famiglie, e il loro rientro è stato all'insegna della commozione e della riservatezza. Nessuna festa in paese per i concittadini di Girone, e così anche per Latorre a Taranto. L'unica festa, riservata e lontana dalle telecamere, i due marò l'hanno ricevuta dai loro commilitoni a Brindisi che, dopo l'atterraggio nell'aeroporto militare, li hanno accolti con un rinfresco nella caserma Carlotto, sede del reggimento San Marco. Forse qualcuno, nell'entusiasmo per il rientro, avrebbe voluto organizzare una accoglienza più calorosa, ma ha dovuto rinunciare per motivi di opportunità, vista la delicatezza della situazione e l'incertezza che ancora avvolge il futuro dei due militari italiani. L'aereo, che dopo la tappa romana li ha riportati in Puglia con i familiari che li avevano già accolti e riabbracciati questa mattina, è giunto a Brindisi attorno alle 20. Poi i due marò, accompagnati dalle rispettive famiglie, si sono fermati per circa un'ora nella caserma Carlotto accompagnati dal comandante in capo della Squadra navale, amm.Giuseppe De Giorgi, e dal prefetto di Brindisi, Nicola Prete. Quindi i due fucilieri si sono separati dopo tanti mesi di convivenza per ritornare ciascuno nella sua casa. A bordo di due differenti furgoncini militari, e scortati dai carabinieri, hanno lasciato Brindisi: Massimiliano Latorre si è diretto a Taranto insieme con la prima dei suoi quattro figli, Giulia, con la sorella Franca e alcuni nipoti. Salvatore Girone, invece, è partito per Bari, dove vive con la famiglia nel quartiere periferico di Torre a Mare. Era accompagnato dai suoi genitori, con la moglie Vania con i loro due figli. Il viaggio per entrambi è durato poco più di un'ora e finalmente, verso le 23 sono sono rientrati nelle loro case. Rispettando la consegna del silenzio non hanno parlato con i giornalisti che li attendevano e, stretti nelle loro divise e con i volti visibilmente provati, hanno rivolto solo un sorriso alle telecamere e ai fotografi. Forse oggi, dopo una notte di riposo, ci sarà più tempo e voglia per le parole.
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