ROMA - L'Aula della Camera ha approvato il testo "Abc" (Alfano, Bersani, Casini)sulla riforma del finanziamento ai partiti che dimezza le dazioni pubbliche. I voti a favore sono stati 291, 78 quelli contrari, 17 gli astenuti. Il testo ora passa al Senato.
E' la prima volta che il governo va sotto la maggioranza assoluta di 316 voti. Contro il testo hanno votato l'Idv, la Lega, i Radicali e Noi Sud. Molti deputati del centrodestra, 96 quelli del Pdl, non hanno partecipato alla votazione finale: a cominciare da Antonio Martino (Pdl), che definisce la legge "la prosecuzione coatta del finanziamento pubblico, in spregio alla sovranità popolare". Vuoti anche molti banchi del Pd. Tra le assenze più significative quella di Walter Veltroni, Francesco Boccia, Marco Minniti e Salvatore Vassallo, da sempre critico con il testo. Per l'Udc non si presentano al voto 14 tra cui i leader Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa.
"E' un raggiro". Così il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, definisce la riforma. "Oggi - ha spiegato - non si è voluto dare il titolo giusto a quello che si sta facendo: la reintroduzione del finanziamento ai partiti" che i cittadini hanno chiesto di togliere. Di Pietro, annunciando un referendum abrogativo, ha aggiunto: "Si fa credere che abbiamo ridotto del 50% la spesa pubblica per lo Stato, ma non è così".
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