ROMA - Non ci sta e passa al contrattacco. Dopo l'annuncio da parte delle forze dell'ordine di un possibile sciopero contro il blocco degli stipendi nella P.a., il premier Renzi replica duro: "Sono pronto ad incontrarli, ma non cedo ai ricatti". Dopo che il ministro Marianna Madia aveva spento le speranze di uno sblocco degli stipendi per i dipendenti pubblici, è arrivata la stoccata dei sindacati di polizia e Cocer delle forze armate. Lo spettro di un inaudito sciopero generale del comparto sicurezza mette in agitazione Paese e governo, il cui leader però pare non farsi intimidire. I rappresentanti sindacali di polizia di Stato, polizia penitenziaria, corpo forestale, vigili del fuoco ed il Cocer interforze, dopo una riunione, hanno redatto scaturito un comunicato di fuoco contro il governo che ha mantenuto il blocco degli stipendi per il quinto anno consecutivo, nonostante "i continui impegni assunti formalmente con documenti ufficiali e con dichiarazioni sia dei ministri che dei capi dei singoli Corpi e Dipartimenti".
"Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica - sottolineano i rappresentanti degli uomini e donne in uniforme - siamo costretti, verificata la totale chiusura del Governo ad ascoltare le nostre esigenze per garantire il funzionamento del sistema a tutela della sicurezza, del soccorso pubblico e della difesa del nostro Paese, atteso le numerose richieste di incontro rivolte al Presidente del Consiglio, ad oggi inascoltate, a dichiarare lo sciopero generale".
Da Newport, dove partecipa al vertice Nato, non si è fatta attendere la replica del presidente del Consiglio, che si è mantenuto in continuo contatto telefonico con il ministro dell'Interno Angelino Alfano. "Riceverò personalmente gli uomini in divisa - assicura Renzi - ma non accetto ricatti". Per il premier, è ingiusto in un momento di crisi fare sciopero per un mancato aumento quando ci sono milioni di disoccupati. E da Palazzo Chigi fanno notare che il blocco degli stipendi degli statali era già previsto nel Def, non c'è niente di nuovo. Il governo, spiegano, è disposto volentieri ad aprire un tavolo di discussione con le forze di sicurezza, che sono fondamentali per la vita del Paese.
"Siamo però l'unico Paese - osservano nel palazzo del Governo - che ha cinque forze di polizia. Se vogliono discutere siamo pronti a farlo su tutto. Non tocchiamo lo stipendio ne' il posto di lavoro di nessuno, ma è ingiusto scioperare in un momento di crisi per un mancato aumento". I sindacati di polizia, dopo il polverone, ribattono: "bene la dichiarata disponibilità del presidente Renzi ad incontrare i rappresentanti delle donne e degli uomini del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso pubblico, meno bene la non chiarezza circa le rivendicazioni dello stesso personale".
Nessun commento:
Posta un commento