lunedì 7 aprile 2014

Dopo 25 anni scoperti gli assassini di un commerciante che non pagava il “pizzo”. Ci sono anche i boss Madonia e Rinzivillo


CALTANISETTA - La polizia ha scoperto dopo 25 anni gli assassini di Francesco Pepi, commerciante ucciso dalla mafia nel 1989 perché si era opposto al pagamento del pizzo e aveva esortato gli altri imprenditori a fare lo stesso. Fu ucciso il 14 febbraio 1989. Il gip di Caltanissetta ha emesso 12 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone già in carcere per altri motivi. Le indagini hanno anche consentito di individuare gli autori di altri due omicidi e di un tentato omicidioCi sono anche lo storico boss di Cosa nostra Piddu Madonia e Antonio Rinzivillo tra i destinatari delle ordinanze. 
Le indagini della squadra mobile hanno infatti accertato che l'omicidio di Francesco Pepi fu eseguito con la diretta  approvazione dei vertici di Cosa Nostra, in primis proprio di Madonia. Tra i destinatari dei provvedimenti, oltre a  Madonia e Rinzivillo, figurano altre figure storiche della mafia nissena tra cui Alessandro Barberi, 62 anni, al vertice  dell'organizzazione operante su Gela, e i fratelli Pino e Vincenzo Cammarata, capi famiglia di Riesi.
I dodici destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare sono accusati di omicidio e tentato omicidio aggravati dalle modalità mafiose. L'indagine, sostenuta dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, ha consentito di fare luce su alcuni delitti avvenuti durante la guerra di mafia che si svolse in provincia di Caltanissetta negli anni Novanta tra le famiglie nissene e quelle della stidda egemone nell'area di Gela.
Oltre ai mandanti e agli esecutori dell'omicidio di Francesco Pepi, al quale nel 2003 il Viminale ha riconosciuto lo status di vittima di mafia, sono dunque stati scoperti i responsabili dell'assassinio di Giuseppe Vaciarca e Gaetano Campione, avvenuti tra il febbraio del 1989 e l'ottobre del 1990, e quelli del tentato omicidio di Rocco Filippo Riggio.

Secondo gli investigatori, l'omicidio di Pepi fu deciso per dare in segnale chiaro: nonostante le cosche fossero in guerra, non sarebbe stato tollerato alcun gesto di dissenso contro il racket e le estorsioni.

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